Si lavora al testo che venerdì 13 giugno andrà in Consiglio dei ministri. Tra le ipotesi al vaglio c’è lo spostamento obbligatorio nel raggio di 100 km, lo stop al trattenimento in servizio dei pensionati e il taglio ai permessi sindacali
Arriva la riforma della Pubblica amministrazione, che venerdì 13 giugno andrà in Consiglio dei ministri. La riforma che, come annunciato oltre al decreto sarà accompagnata da un disegno di legge delega, prima dell'esame del Cdm, sarà però al centro della riunione tra il ministro della Semplificazione e della Pa, Marianna Madia, ed i sindacati in programma giovedì 12 giugno.
Le sigle del pubblico impiego, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa chiedono un confronto "vero" senza "spot", e "pretendono" che a fronte dei 400mila posti persi nella Pa negli ultimi dieci anni si assumano "100mila giovani".
Mobilità obbligatoria fino a 100 km - Intanto sono diversi i punti principali della bozza, composta di 26 articoli, su cui non sono escluse ulteriori limature. Tra questi: lo stop del trattenimento in servizio, la facoltà cioè di rimanere al lavoro per i dipendenti pubblici (magistrati compresi) oltre l'età di pensione, dopo il 31 ottobre; la possibilità di mobilità obbligatoria nell'arco di 100 chilometri e, in caso di esuberi, di prepensionamenti fino a due anni, senza possibilità di sostituzione. Il dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali dal primo agosto. Il turnover legato solo ai limiti di spesa e non al numero di persone, che potrà così allargare le maglie degli ingressi.
Possibilità di essere ricollocati con demansionamento - Prevista inoltre la possibilità per il cosiddetto personale “in disponibilità” (a seguito di rilevazioni di eccedenze) di chiedere, per essere ricollocato, "una qualifica o posizione economica inferiore" e quindi essere demansionato. Altre novità riguardano la creazione dell'archivio unico sui veicoli circolanti ma anche l'eventualità di incrementare gli importi annuali delle tasse automobilistiche, per il solo 2015, fino ad un massimo del 12%. Oltre alle misure su appalti e semplificazione (dall'edilizia alla prescrizione di farmaci).
Le sigle del pubblico impiego, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa chiedono un confronto "vero" senza "spot", e "pretendono" che a fronte dei 400mila posti persi nella Pa negli ultimi dieci anni si assumano "100mila giovani".
Mobilità obbligatoria fino a 100 km - Intanto sono diversi i punti principali della bozza, composta di 26 articoli, su cui non sono escluse ulteriori limature. Tra questi: lo stop del trattenimento in servizio, la facoltà cioè di rimanere al lavoro per i dipendenti pubblici (magistrati compresi) oltre l'età di pensione, dopo il 31 ottobre; la possibilità di mobilità obbligatoria nell'arco di 100 chilometri e, in caso di esuberi, di prepensionamenti fino a due anni, senza possibilità di sostituzione. Il dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali dal primo agosto. Il turnover legato solo ai limiti di spesa e non al numero di persone, che potrà così allargare le maglie degli ingressi.
Possibilità di essere ricollocati con demansionamento - Prevista inoltre la possibilità per il cosiddetto personale “in disponibilità” (a seguito di rilevazioni di eccedenze) di chiedere, per essere ricollocato, "una qualifica o posizione economica inferiore" e quindi essere demansionato. Altre novità riguardano la creazione dell'archivio unico sui veicoli circolanti ma anche l'eventualità di incrementare gli importi annuali delle tasse automobilistiche, per il solo 2015, fino ad un massimo del 12%. Oltre alle misure su appalti e semplificazione (dall'edilizia alla prescrizione di farmaci).