Il premier incontra il collega polacco e sulle prossime elezioni dice: "Sono molto ottimista, c'è un clima di speranza di chi vuole risposte concrete". E sull'immigrazione chiede un coinvolgimento di Onu e Ue per "risolvere la questione insieme"
"Non sono preoccupato ma molto ottimista" per il risultato delle elezioni di questa domenica (lo speciale). A dirlo è il premier Matteo Renzi, che sottolinea di avvertire un "clima crescente di speranza e fiducia" di chi chiede "risposte concrete".
Incontrando il premier polacco Donald Tusk, il presidente del Consiglio avverte come "l'Europa dopo il 26 maggio andrà cambiata perché negli ultimi anni si è dimostrata lontana dai cittadini. Ma riesce a cambiare chi governa, non chi urla; chi propone, non chi insulta". "Sono convinto che dal 26 maggio l'Italia sarà più protagonista in Europa", dice l'ex sindaco aggiungendo che i dati mostrano che nel 2013 "sul lavoro si è toccato un punto molto basso eppure inizio a vedere i segni di una ripresa".
"Per l'Italia è come se ci fosse un allineamento astrale" - "Per l'Italia - aggiunge il premier italiano - è come se ci fosse un allineamento astrale di pianeti: i nuovi fondi Ue, l'investimento di nuove istituzioni, il bisogno di un cambio della politica economica nel mondo perché la sola austerity non basta e il semestre Ue ci impone di essere protagonisti del cambiamento".
"Fare dell'Europa un luogo dove ci si sente a casa" - Spazio poi agli altri temi di politica internazionale. "Tutti noi - dice Renzi - siamo impegnati perché sia forte e coerente il messaggio Ue" sull'Ucraina, "un messaggio di de-escalation, sostegno finanziario e incoraggiamento al dialogo perché l'unità della nazione sia integra e inclusiva. Lavoreremo tutti insieme perché l'Europa abbia una voce sola e una voce forte".
Dobbiamo "riuscire a fare dell'Europa un luogo dove finalmente i cittadini si sentono a casa", senza vedere "l'istituzione come un nemico".
Renzi affronta anche il tema immigrazione. La Libia, "da cui proviene circa il 96% degli sbarchi nelle nostre coste", dice l'ex sindaco di Firenze, è una "priorità assoluta", ribadendo la necessità di un coinvolgimento di Onu e Ue per "risolvere la questione insieme". "L'Italia è pronta a fare la propria parte", consapevole che la Libia "è il problema più forte nel Mediterraneo".
Incontrando il premier polacco Donald Tusk, il presidente del Consiglio avverte come "l'Europa dopo il 26 maggio andrà cambiata perché negli ultimi anni si è dimostrata lontana dai cittadini. Ma riesce a cambiare chi governa, non chi urla; chi propone, non chi insulta". "Sono convinto che dal 26 maggio l'Italia sarà più protagonista in Europa", dice l'ex sindaco aggiungendo che i dati mostrano che nel 2013 "sul lavoro si è toccato un punto molto basso eppure inizio a vedere i segni di una ripresa".
"Per l'Italia è come se ci fosse un allineamento astrale" - "Per l'Italia - aggiunge il premier italiano - è come se ci fosse un allineamento astrale di pianeti: i nuovi fondi Ue, l'investimento di nuove istituzioni, il bisogno di un cambio della politica economica nel mondo perché la sola austerity non basta e il semestre Ue ci impone di essere protagonisti del cambiamento".
"Fare dell'Europa un luogo dove ci si sente a casa" - Spazio poi agli altri temi di politica internazionale. "Tutti noi - dice Renzi - siamo impegnati perché sia forte e coerente il messaggio Ue" sull'Ucraina, "un messaggio di de-escalation, sostegno finanziario e incoraggiamento al dialogo perché l'unità della nazione sia integra e inclusiva. Lavoreremo tutti insieme perché l'Europa abbia una voce sola e una voce forte".
Dobbiamo "riuscire a fare dell'Europa un luogo dove finalmente i cittadini si sentono a casa", senza vedere "l'istituzione come un nemico".
Renzi affronta anche il tema immigrazione. La Libia, "da cui proviene circa il 96% degli sbarchi nelle nostre coste", dice l'ex sindaco di Firenze, è una "priorità assoluta", ribadendo la necessità di un coinvolgimento di Onu e Ue per "risolvere la questione insieme". "L'Italia è pronta a fare la propria parte", consapevole che la Libia "è il problema più forte nel Mediterraneo".