Prosegue alla Camera l’esame della riforma elettorale: voto finale lunedì. La Camera respinge con una maggioranza minore del previsto il ritorno alle preferenze. Scontro sulla parità di genere
Prosegue a tutta velocità l’esame della legge elettorale, anche se il voto finale slitta, ormai con ogni probabilità, a lunedì prossima. Nella giornata di sabato, infatti l’aula di Montecitorio non si occuperà della riforma elettorale per consentire la celebrazione del Congresso di Fratelli d'Italia, a Fiuggi.
I tempi sono contingentati e una stima fatta nella riunione dei capigruppo prevede che vi siano ancora 18 ore a disposizione per l'esame e il voto degli emendamenti. La presidente Boldrini (che in giornata ha avuto un battibecco con un deputato 5 Stelle: VIDEO) ha poi ribadito che le sanzioni a seguito dei disordini in Aula e in commissione comminate ai 5 Stelle e al questore Dambruoso inizieranno a decorrere una volta terminata la legge elettorale.
Bocciate le preferenze con 40 voti di scarto - Tra gli emendamenti bocciati, anche quello che mirava a introdurre il voto di preferenza, rispetto alle liste bloccate previste dal testo. L'emendamento prevedeva che si potevano "esprimere fino a due voti di preferenza e, nel caso in cui vengano espressi entrambi, essi devono riguardare due candidati di sesso diverso compresi nella stessa lista, pena l'annullamento del voto di preferenza". Inizialmente il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore, aveva chiesto il voto segreto. Richiesta poi ritirata e di nuovo rinnovata dopo che Pisicchio, in qualità di capogruppo del Misto, ha invece a sua volta chiesto che si procedesse con voto segreto. Lo scarto tra i voti a favore e quelli contrari, tuttavia, e' risultato molto basso, non più di una quarantina di voti: i voti a favore sono stati 236, i voti contrari 278. Un scarto ridotto che potrebbe diventare un problema al Senato, tanto che Rosy Bindi può affermare che "c'è il Senato e dovremmo prendere l'impegno ad affrontare il tema delle preferenze seriamente".
Respinto abbassamento soglia al 4% - La Camera ha respinto, a scrutinio palese, anche l'emendamento alla riforma elettorale che abbassava la soglia di sbarramento dal 4,5% al 4%. La proposta, presentata da Ignazio La Russa e da Fdi, è stata sostenuta da appassionati interventi dei piccoli partiti, mentre Pd e Fi non sono intervenuti. Alla fine i “no” sono stati 308 contro i 215 “sì, comunque superiore ai 180-190 voti ottenuti da altri emendamenti che modificavano la soglia di sbarramento, grazie anche al sì di M5s.
Parità di genere: deputate in fibrillazione - A tenere banco è anche lo scontro sugli emendamenti che introducono la parità di genere. Sull’ipotesi di chiedere o no il voto segreto su questi emendamenti, si sono confrontate le deputate che hanno depositato le proposte di modifica alla riforma elettorale, nel corso di un incontro con la presidente della Camera Laura Boldrini (qui il tweet della Boldrini). Gli emendamenti che introducono la parità di genere sia all'interno delle liste bloccate, sia tra i capilista di ciascuna Regione, sono stati presentati da diversi gruppi ma ce ne sono alcuni bipartisan, firmati dalle donne di tutti i gruppi (con esclusione di M5s, che non è d'accordo, e della Lega che non ha deputate). Secondo quanto hanno riferito alcune parlamentari che hanno partecipato alla riunione, la presidente Boldrini ha detto che in base al regolamento della Camera la richiesta di scrutinio segreto su questi emendamenti sarà valutata di volta in volta, dipendendo questo da come essi sono formulati.
Boldrini: “Nuova legge tenga conto della parità” - Dopo l'incontro con deputate di vari gruppi sulla legge elettorale e la rappresentanza di genere, la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha affermato: "Che io sia per la completa parità di genere, anche nell'accesso alle cariche pubbliche, è cosa nota. Per questo oggi ho incontrato un gruppo di deputate, appartenenti a diversi gruppi politici, che mi hanno espresso la loro preoccupazione in merito alla rappresentanza femminile nella legge elettorale. Abbiamo due articoli della Costituzione, il 3 (sull'uguaglianza) e il 51 (sulla promozione delle pari opportunità), che ci spingono in questa direzione. E la metà della nostra popolazione è costituita da donne. La nuova legge elettorale deve tenere conto di questo".
Napolitano: promulgherò legge dopo attento esame - Il Quirinale ha precisato con una nota: “Mentre sono in corso discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elettorale – si legge nella nota diffusa dal Colle – è fuorviante chiedere al Presidente della Repubblica, in nome di presunte incostituzionalità, di pronunciarsi o 'intervenire' sulla materia”.
Per il Colle “essendosi finalmente messo in moto alla Camera dei Deputati un iter di revisione di detta legge, il Presidente della Repubblica non può che auspicarne la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare, non avendo altro ruolo da svolgere che quello della promulgazione - previo attento esame - del testo definitivamente approvato dalle Camere”.
I tempi sono contingentati e una stima fatta nella riunione dei capigruppo prevede che vi siano ancora 18 ore a disposizione per l'esame e il voto degli emendamenti. La presidente Boldrini (che in giornata ha avuto un battibecco con un deputato 5 Stelle: VIDEO) ha poi ribadito che le sanzioni a seguito dei disordini in Aula e in commissione comminate ai 5 Stelle e al questore Dambruoso inizieranno a decorrere una volta terminata la legge elettorale.
Bocciate le preferenze con 40 voti di scarto - Tra gli emendamenti bocciati, anche quello che mirava a introdurre il voto di preferenza, rispetto alle liste bloccate previste dal testo. L'emendamento prevedeva che si potevano "esprimere fino a due voti di preferenza e, nel caso in cui vengano espressi entrambi, essi devono riguardare due candidati di sesso diverso compresi nella stessa lista, pena l'annullamento del voto di preferenza". Inizialmente il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore, aveva chiesto il voto segreto. Richiesta poi ritirata e di nuovo rinnovata dopo che Pisicchio, in qualità di capogruppo del Misto, ha invece a sua volta chiesto che si procedesse con voto segreto. Lo scarto tra i voti a favore e quelli contrari, tuttavia, e' risultato molto basso, non più di una quarantina di voti: i voti a favore sono stati 236, i voti contrari 278. Un scarto ridotto che potrebbe diventare un problema al Senato, tanto che Rosy Bindi può affermare che "c'è il Senato e dovremmo prendere l'impegno ad affrontare il tema delle preferenze seriamente".
Respinto abbassamento soglia al 4% - La Camera ha respinto, a scrutinio palese, anche l'emendamento alla riforma elettorale che abbassava la soglia di sbarramento dal 4,5% al 4%. La proposta, presentata da Ignazio La Russa e da Fdi, è stata sostenuta da appassionati interventi dei piccoli partiti, mentre Pd e Fi non sono intervenuti. Alla fine i “no” sono stati 308 contro i 215 “sì, comunque superiore ai 180-190 voti ottenuti da altri emendamenti che modificavano la soglia di sbarramento, grazie anche al sì di M5s.
Parità di genere: deputate in fibrillazione - A tenere banco è anche lo scontro sugli emendamenti che introducono la parità di genere. Sull’ipotesi di chiedere o no il voto segreto su questi emendamenti, si sono confrontate le deputate che hanno depositato le proposte di modifica alla riforma elettorale, nel corso di un incontro con la presidente della Camera Laura Boldrini (qui il tweet della Boldrini). Gli emendamenti che introducono la parità di genere sia all'interno delle liste bloccate, sia tra i capilista di ciascuna Regione, sono stati presentati da diversi gruppi ma ce ne sono alcuni bipartisan, firmati dalle donne di tutti i gruppi (con esclusione di M5s, che non è d'accordo, e della Lega che non ha deputate). Secondo quanto hanno riferito alcune parlamentari che hanno partecipato alla riunione, la presidente Boldrini ha detto che in base al regolamento della Camera la richiesta di scrutinio segreto su questi emendamenti sarà valutata di volta in volta, dipendendo questo da come essi sono formulati.
Boldrini: “Nuova legge tenga conto della parità” - Dopo l'incontro con deputate di vari gruppi sulla legge elettorale e la rappresentanza di genere, la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha affermato: "Che io sia per la completa parità di genere, anche nell'accesso alle cariche pubbliche, è cosa nota. Per questo oggi ho incontrato un gruppo di deputate, appartenenti a diversi gruppi politici, che mi hanno espresso la loro preoccupazione in merito alla rappresentanza femminile nella legge elettorale. Abbiamo due articoli della Costituzione, il 3 (sull'uguaglianza) e il 51 (sulla promozione delle pari opportunità), che ci spingono in questa direzione. E la metà della nostra popolazione è costituita da donne. La nuova legge elettorale deve tenere conto di questo".
Napolitano: promulgherò legge dopo attento esame - Il Quirinale ha precisato con una nota: “Mentre sono in corso discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elettorale – si legge nella nota diffusa dal Colle – è fuorviante chiedere al Presidente della Repubblica, in nome di presunte incostituzionalità, di pronunciarsi o 'intervenire' sulla materia”.
Per il Colle “essendosi finalmente messo in moto alla Camera dei Deputati un iter di revisione di detta legge, il Presidente della Repubblica non può che auspicarne la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare, non avendo altro ruolo da svolgere che quello della promulgazione - previo attento esame - del testo definitivamente approvato dalle Camere”.