Sardegna al voto domenica, primo test elettorale per Renzi

Politica
Nella foto, in alto Renzi in Sardegna per la campagna elettorale e il candidato del centrosinistra Francesco Pigliaru. In basso Michela Murgia e Berlusconi con Ugo Cappellacci
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Quasi un milione e mezzo di cittadini sono chiamati alle urne. Berlusconi nell'isola chiude la campagna elettorale del presidente uscente Cappellacci. A sfidarlo Francesco Pigliaru per il centrosinistra e la scrittrice Michela Murgia

E' in Sardegna che Matteo Renzi si gioca la sua prima partita elettorale dopo l'elezione a segretario del Pd, l'asse con Berlusconi sulla legge elettorale e soprattutto la annunciata staffetta con Letta a Palazzo Chigi. Il voto nell'Isola si configura così come un test nazionale, dopo le grandi manovre di questi ultimi giorni a Roma.

Renzi e Berlusconi in campo per Pigliaru e Cappellacci - Domenica 16 febbraio sono chiamati al voto per la scelta del governatore e il rinnovo del Consiglio regionale 1.479.284 elettori, suddivisi nelle 1.836 sezioni che rimarranno aperte solo domenica dalle 6.30 alle 22. Lo spoglio a partire dalle 7 di lunedì 17. Sei gli aspiranti alla carica di presidente.

Sia Berlusconi che Renzi su queste elezioni ci hanno messo la faccia e sono andati entrambi in Sardegna sostenere rispettivamente Ugo Cappellacci, governatore uscente e candidato al bis con il centrodestra (L'INTERVISTA A SKY TG24), e Francesco Pigliaru per il centrosinistra. Il Cavaliere è tornato sull'isola anche oggi 14 febbraio per la chiusura della campagna elettorale.

L'outsider Murgia - La sfida all'ultimo voto è legata anche alla battaglia per convincere gli indecisi a recarsi alle urne e gli scontenti, da una parte e dall'altra, a puntare su un cavallo "migliore". In questo spazio, lasciato vuoto dal Movimento 5 Stelle dopo le divisioni e le polemiche che hanno portato alla mancata concessione del simbolo da parte di Beppe Grillo, si inserisce prepotentemente una outsider di tutto rispetto, la scrittrice vincitrice del Campiello Michela Murgia. Candidata per la coalizione "Sardegna Possibile" mira ai delusi di centrodestra come di centrosinistra, campo dove sembra poter raccogliere più consensi. (L'INTERVISTA A SKY TG24).

L'ex governatore Pili e gli altri sfidanti
-  Nel campo avversario a "disturbare" il centrodestra ci ha pensato un deputato ex Pdl ed ex governatore "azzurro" della Regione: Mauro Pili. La sua coalizione del Popolo sardo mette l'accento sull'autogoverno regionale staccato dai poteri forti partitici e lobbistici di oltre Tirreno, un leit motiv da sempre utilizzato da quelle forze indipendentiste che oggi si sono sparpagliate nelle diverse alleanze. Gli unici a fare una scelta netta, non facendosi accompagnare da alcun  partito tradizionale, sono gli attivisti del Fronte indipendentista Unidu, che sostengono Pier Franco Devias alla carica di governatore.

Altro tema della campagna elettorale è l'istituzione della zona franca integrale che permetta alla Sardegna di poter attrarre imprese e, con la stessa fiscalità di vantaggio, offrire ai residenti sconti sui prezzi al consumo. Anche in questo caso, però, il fronte di chi ha proposto questa battaglia si è spaccato prima delle elezioni: una parte è andata con Cappellacci, gli altri hanno deciso di correre da soli nel Movimento Zona Franca per Gigi Sanna presidente.

Il rischio ingovernabilità - Per tutti la vittoria è in salita e il rischio ingovernabilità dietro l'angolo. La nuova legge elettorale sarda prevede un premio di maggioranza risicato (55% dei seggi) se il vincitore raggiunge almeno il 25% dei consensi. Inoltre su 60 posti disponibili in Consiglio, per i quali corrono 1.496 aspiranti in 27 liste, la maggioranza piena (se il vincitore conquisterà il 40% dei consensi) è di 36 seggi.

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