Renzi: "Fase nuova con governo nuovo". Letta: "Mi dimetto"

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Il segretario Pd chiede alla direzione un nuovo esecutivo che si rivolga alla stessa maggioranza e che duri fino al 2018. La sua relazione passa con 136 sì. Il premier, atteso venerdì al Colle, su Twitter scrive: "Un grazie collettivo"

"Non faremo un processo al governo, ma è necessario e urgente aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo". E' con queste parole che il segretario del Pd Matteo Renzi ha aperto la Direzione del partito, nel corso della quale ha presentato un documento per chiedere un nuovo governo che duri fino al 2018. La direzione del Pd lo ha approvato con 136 voti a favore, 16 voti contrari e 2 astenuti.
Un confronto delicato, quello al Nazareno, una sorta di resa dei conti tra segretario di partito e presidente del Consiglio, che aveva scelto però di non essere presente: "Si decida con serenità", aveva detto Letta che però, pochi minuti dopo l'approvazione del documento di Renzi, ha annunciato che venerdì 14 febbraio salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni, prima di postare un "grazie collettivo" su Twitter.

Renzi: nuovo governo con stessa maggioranza fino al 2018 - La mossa del segretario del Pd è quella di dare vita a un nuovo governo di coalizione, mantenendo la stessa maggioranza di quello fino ad ora guidato da Enrico Letta, che duri fino al 2018 e che attui un cambiamento radicale. "La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino - ha spiegato Renzi - Ma ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria". E ha aggiunto: "Dobbiamo dare la disponibilità e uscire dalla palude con un cambiamento radicale".

Cuperlo ha votato sì, Civati no - L'ex presidente del partito Gianni Cuperlo ha dapprima proposto di rinviare la votazione del documento "per evitare un precedente nei rapporti tra un partito e un governo", poi ha annunciato il sì. Fermo invece il no di Pippo Civati alla linea di Renzi: "Mi dichiaro contrario alla strada che stiamo prendendo. Con una preoccupazione: che Berlusconi non voglia approfittare di questo passaggio". I lettiani, invece, hanno lasciato la sala per non partecipare al voto sul documento che ha sfiduciato il governo.

Alfano: "Non diamo nulla per scontato" - E mentre la notizia fa il giro del mondo, sono diverse le reazioni degli altri partiti. Se il Movimento 5 Stelle sembra orientato a non partecipare alle consultazioni del Quirinale (le parole di Casaleggio) e Forza Italia chiede una verifica parlamentare (il commento di Romani e di Toti), il leader del Nuovo centrodestra Alfano resta prudente e dice: "Non diamo nulla per scontato". Più severo, il giudizio di Nichi Vendola: "In questo modo non nasce niente di buono", è il commento il leader di Sel.

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