Renzi a Fassina: "Visione padronale? Non me ne sono accorto"

Politica
Il segretario Pd Matteo Renzi

Il segretario Pd replica alle accuse del dimissionario viceministro dell'Economia: "La preoccupazione del Pd sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare"

"Stefano Fassina oggi mi accusa di 'avere una visione padronale del partito': non me ne ero accorto quando si trattava di confermare i capigruppo o di scegliere il presidente dell'assemblea o di tenere aperta la segreteria anche a persone non della maggioranza". E' dura la replica di Matteo Renzi, il giorno dopo le dimissioni dello stesso Fassina da viceministro dell'Economia a seguito di una battuta del segretario Pd

"Certo, a differenza di quello che avrebbe fatto la politica tradizionale il primo mio gesto non è stato chiedere il rimpasto, come Fassina mi ha chiesto su tutti i giornali. Continuo a non chiederlo perché la preoccupazione del PD sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell'Italia che interessano al mio Pd, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente", scrive Renzi su Facebook.

"Continuerò a fare battute" - Poi aggiunge: "Se il Viceministro all'Economia - in questi tempi di crisi - si dimette per una battuta, mi dispiace per lui. Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione PD già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del Governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio. Quanto a me, non cambierò il tono dei miei incontri con la stampa. Mai. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta".

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