Salva-Roma e Stabilità, il governo incassa la doppia fiducia

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Via libera del Senato: la manovra è legge. Il 27 dicembre appuntamento con il dl: resta il nodo affitti e gioco d'azzardo su cui Letta ha promesso di intervenire

La manovra è legge. La legge di stabilità incassa l'ennesima fiducia, la terza del suo percorso parlamentare, e insieme al ddl Bilancio ottiene il via libera definitivo del Senato. 167 voti favorevoli; 110 quelli contrari (VIDEO).
Dopo un lungo e tumultuoso iter, la manovra che esce da Palazzo Madama per diventare legge (previa pubblicazione nella Gazzetta ufficiale) vale 14,7 miliardi nel 2014, di cui 12,2 miliardi di coperture e circa 2,5 miliardi di interventi a deficit. Il provvedimento determina il prossimo anno un aumento netto delle entrate, quindi del prelievo fiscale e contributivo, pari a 2,1 miliardi nel 2014, a circa 600 milioni nel 2015 e a 1,9 miliardi nel 2016.

La Camera vota la fiducia sul dl salva-Roma - Nello stesso giorno l'esecutivo ha ottenuto la fiducia della Camera dei Deputati sul testo modificato del decreto legge che contiene diversi interventi sulle finanze degli enti locali, a cominciare dalla gestione del debito di Roma capitale. 340 i sì e 155 i no, tra cui quello di Gianluca Buonanno (Lega) che vota contro il provvedimento con una molletta per panni sul naso ("Questo decreto puzza"): il deputato, nella seduta di domenica, aveva agitato un forcone in Aula (GUARDA IL VIDEO).

Affitti d'oro - Ma la partita non si chiude qui: il voto definitivo sul testo slitta al 27 dicembre, quando l'opposizione, guidata dal M5S, avrà la certezza che la norma sugli affitti d'oro intestati alla Pubblica Amministrazione, al centro delle polemiche nelle ultime 48 ore, verrà definitivamente cancellata. La maggioranza, per evitare ulteriori fibrillazioni politiche (M5S e Lega minacciano ostruzionismo anche oltre il 31), ha assicurato che la questione verrà affrontata sia nei 137 ordini del giorno che dovranno essere esaminati il 27 dicembre, sia nel dl milleproroghe che il Cdm metterà a punto tra il 27 e il 28.

Gioco d'azzardo - L'altra norma della discordia, quella che penalizza i Comuni che cercano di arginare il gioco d'azzardo, definita da Renzi "una porcata" e da Letta "un errore", invece, è già stata cassata. Restano in piedi solo tre commi che disciplinano per lo più il contenzioso tra Stato e concessionari di slot.
Ma la norma sul gioco d'azzardo innesca polemiche anche fuori dalle aule parlamentari: nel blog di Grillo viene messo all'indice il vicedirettore de La Stampa Massimo Gramellini, "responsabile" di non aver dato il giusto risalto all'azione del M5S contro l'emendamento a favore del gioco d'azzardo, dando importanza invece solo alla reazione di Renzi che ha invitato il Pd (che prima l'aveva approvata) a bocciare la misura pro-slot.

Le altre norme nel dl - Tra i temi affrontati nel dl ci sono norme che regolano il trasporto ferroviario in Campania, Sicilia e Valle d'Aosta; misure su Roma capitale e, tra l'altro, sulla gestione dei crediti di questa verso le società partecipate. Mentre è stata soppressa la previsione che consentiva a Roma Capitale di incrementare dal 1 gennaio l'aliquota Irpef. Si stanziano 25 milioni per Expo 2015 e si prevedono misure a favore delle zone colpite da terremoti e alluvioni. Si obbligano gli enti locali che hanno superato i limiti finanziari posti alla contrattazione integrativa a recuperare le somme indebitamente erogate al personale. E si stabilisce che beni aziendali confiscati alla mafia possano essere trasferiti a comuni, province o regioni. Si dà la possibilità di istituire una tassa di sbarco nelle piccole isole che puo' essere alternativa e superiore a quella di soggiorno.

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