Napolitano: no a voto anticipato, Italia va governata

Politica

Appello del capo dello Stato, che chiede a Forza Italia di non "abbandonare il disegno delle riforme costituzionali". Poi si dice scettico su un ritorno alle urne, parla del "rischio di tensioni sociali" e chiede di impegnarsi sulla legge elettorale

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto "uno schietto appello al partito che il 2 ottobre scorso si è distaccato dalla maggioranza originaria guidata dal presidente Letta, perché quella rottura non comporti l'abbandono del disegno di riforme costituzionali" avviato a giugno.  Un chiaro riferimento, dunque, a Forza Italia, dopo la decisione di togliere il sostegno all'esecutivo Letta.



Nel corso della cerimonia per lo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato, Napolitano si è detto convinto che le riforme istituzionali sono "vitali" per il nostro sistema democratico. "Riforme come quelle del superamento del bicameralismo paritario, dello snellimento del Parlamento, della semplificazione del processo legislativo, o come la revisione del titolo V, sono ormai questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico, per il successo di ogni disegno di rinnovato sviluppo economico, sociale e civile del nostro Paese nel tempo della competizione globale".

"E' importante che l'Italia continui a essere governata nel 2014" - "E' importante che l'Italia continui a essere governata nel 2014. L'Europa ci guarda" e bisogna nutrire la stabilità "piuttosto che l'aspettativa di nuove elezioni anticipate dall'esito più che dubbio", ha detto il capo dello Stato, precisando tuttavia che "le sorti del governo poggiano sulle sue forze e sono legate al rapporto di fiducia con la sua maggioranza".

"Rischio coesione sociale" - Ma Napolitano parla anche della situazione esterna al Parlamento: "La crisi che ha investito l'eurozona ha messo a dura prova la coesione sociale. Le più elaborate previsioni 2014 segnalano un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali originate dalle regressioni e dalle crescenti diseguaglianze subite in questi anni, in modo particolare nel nostro Continente. Un rischio che non si presenta naturalmente in tutti i Paesi dell'Unione nella stesa misura, ma che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia".

"Avanti con la legge elettorale" - Il capo dello Stato ha poi parlato il nodo della legge elettorale. "La prossima pubblicazione del testo della sentenza della Corte e della sue motivazioni - ha spiegato - chiarirà gli effetti giuridici e fornirà utili indicazioni al Parlamento".
L'Aula - spiega il capo dello Stato parlando ancora della riforma della legge elettorale - "ha già deciso di far ripartire dalla Camera un più risoluto e spedito esame delle diverse opzioni possibili per dare al Paese una legge che, insieme alle riforme costituzionali, soddisfi, con corretti meccanismi maggioritari, esigenze di governabilità proprie di una democrazia governante, di una democrazia dell'alternanza".

"Renderò noti i limiti del mio mandato" - Nel suo discorso, il capo dello Stato ha affrontato poi anche altri due temi: la durata del suo mandato e il problema delle carceri. "Io doverosamente non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità, in termini istituzionali e personali, dell'alto e gravoso incarico affidatomi", dice, prima di affrontare il tema dell'emergenza penitenziaria e le "condizioni disumane delle carceri", confidando che le Camere "ancora trarranno impulso a decisioni che siano anche di riforma della giustizia".

Brunetta: "Napolitano travalica suo ruolo" - "Le esternazioni di Napolitano, con cui sollecita riforme costituzionali profonde, appaiono irrispettose della sentenza della Corte Costituzionale, le cui motivazioni converrebbe attendere, salvo Napolitano non le conosca già o peggio voglia condizionarne la stesura", è la reazione del capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. "Constatiamo - prosegue (VIDEO) - con sconcerto e amarezza il ruolo di supporto che il presidente Napolitano esercita nei confronti del governo e della sua maggioranza, travalicando il ruolo assegnatogli dalla Costituzione su cui pure ha giurato".

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