Mafia, Alfano: "Pronti a inasprire il 41 bis"

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Il vicepremier: "I boss devono sapere che, se danno ordini dal carcere, lo Stato non avrà nessuna timidezza per impedirlo". Secondo indiscrezioni il decreto che il 17 dicembre approderà in Cdm potrebbe far uscire 3mila detenuti

"I boss devono sapere che, se proveranno a far uscire informazioni o ordini dal carcere, lo Stato non avrà nessuna timidezza per impedirlo ed è pronto a rendere più dura la normativa sul 41 bis". A dirlo è il ministro dell'Interno Angelino Alfano, a Milano, al termine dell'audizione alla Commissione parlamentare.

"Organizzazioni criminale è la più grave minaccia a libertà economica" - "Le organizzazioni criminali - dice il vicepremier - rimangono uno dei principali fattori di sottosviluppo del Mezzogiorno, la più grave minaccia alla libertà economica delle diverse aree produttive del Paese".
Nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare anti-mafia svoltasi in prefettura nel capoluogo lombardo, il ministro dell'Interno ha sostenuto che il "vero nodo è decapitare i vertici" mafiosi. Perché, ha spiegato, anche dalla latitanza e dal carcere, i capi "riescono a dare ordini precisi all'esterno. La cattura dei latitanti quest'anno è stata in linea "rispetto agli anni passati", con 74 arresti (28 camorristi e 20 legati all'ndrangheta).

"Dalla parte di Di Matteo" - "Abbiamo offerto ai magistrati di Palermo ogni disponibilità che è nei poteri dello Stato. Oltre a quello che abbiamo offerto per la loro protezione non c'è nulla di più efficace", ha poi detto il leader di Ncd, rispondendo a una domanda sulla sicurezza del pm di Palermo Nino Di Matteo. "Non ci sono altre forme di protezione rispetto a quelle che abbiamo immaginato - ha aggiunto Alfano - ma se si dovessero identificare altre misure più efficaci noi siamo comunque disponibili". Il ministro ha poi ribadito di essere dalla parte di Di Matteo: "Siamo dalla sua parte e dalla parte di tutti i magistrati che sono impegnati in trincea e in prima linea".

"Più attenzione al controllo del territorio" - "Nonostante il progressivo affinamento delle loro attività abbia consentito alla mafia di proiettarsi con successo nello spazio immateriale degli scambi finanziari e delle relazioni d'affari", ha affermato Alfano, "il tratto che contraddistingue la mafia da ogni altro sodalizio criminale resta tuttora legato al controllo del territorio da cui derivano controllo e prestigio".

Indiscrezioni su nuovo decreto carceri: 3mila detenuti in meno - Intanto, arrivano indiscrezioni sulle misure che il ministro della Giustizia Cancellieri porterà il 17 dicembre in Consiglio dei ministri sulle carceri. Misure che dovrebbero produrre un calo stimato e potenziale di 3mila detenuti. E' quanto si apprende da fonti del ministero. Se a questa cifra si aggiungono i 4mila usciti in virtù delle precedenti misure, la cifra sale a 7mila.

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