In un’intervista a la Repubblica il sindaco di Firenze detta tre condizioni al governo e avverte: se gli obiettivi non verranno realizzati “il Pd separerà il suo destino dalla maggioranza”. E ad Alfano: “Si deve adeguare. Lui ha 30 parlamentari, noi 300”
Riforme, lavoro ed Europa. In un'intervista pubblicata su la Repubblica domenica 1 dicembre Matteo Renzi detta tre condizioni al governo Letta. E avverte che se questi obiettivi non verranno realizzati allora il Pd "separerà il suo destino dalla maggioranza". Il candidato alla segreteria del Pd ricorda che l’esecutivo è sostenuto in primo luogo dai democratici e l’agenda per il 2014 deve essere concordata in primo luogo con loro. "Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese originarie non ci sono più". Toni ben diversi da quelli più concilianti usati dallo stesso Renzi durante il confronto tra i tre candidati alle primarie dell'8 dicembre andato in onda su Sky TG24. " I primi sei mesi del governo sono stati sufficienti, i prossimi 12 saranno ottimi perché gli daremo una mano noi. Letta è una persona molto seria e competente" aveva detto durante il faccia a faccia con Cuperlo e Civati.
"Alfano ha 30 parlamentari, noi 300" - Nell'intervista a la Repubblica il sindaco di Firenze lancia un avvertimento anche al vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano, che ieri è intervenuto sulle prospettive dell'esecutivo affermando che "la nostra scommessa non è eterna ma di un anno, fino al 2015". "Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta" afferma Renzi.
I tre punti di Renzi - Per Matteo Renzi, chi vince le primarie del Pd dell’8 dicembre "impone la linea. Saremo leali ma conseguenti". "Il primo punto che porremo saranno le regole del gioco. Si mandino in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla e la proposta di modifica dell'articolo 138" afferma Renzi, che rilancia la Camera delle autonomie locali e sostiene l' abolizione di "enti inutili come il Cnel" e la riforma del Titolo V della Costituzione. Quanto alla legge elettorale, "va bene qualsiasi riforma, purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità". Il secondo punto è l'economia, partendo dal "Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzie a chi non ne ha", dichiara Renzi, secondo cui la patrimoniale "ora sarebbe un errore politico". Il terzo punto è "l'anima del Paese. Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si diano contenuti. Spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti".
"Chi vuole spaccare il gruppo sappia che la conseguenza sarà il voto anticipato" - Sulla fedeltà dei democratici in Parlamento alla linea del Pd, "le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c'è chi punta a spaccare il gruppo - avverte Renzi - sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate", per le quali serve "un Pd forte". Quanto al Presidente Giorgio Napolitano, "il capo dello Stato fa bene il suo ruolo. Ma nel rispetto dei ruoli, mi limito a far presente che un Pd forte fa bene anche alle istituzioni".
"Alfano ha 30 parlamentari, noi 300" - Nell'intervista a la Repubblica il sindaco di Firenze lancia un avvertimento anche al vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano, che ieri è intervenuto sulle prospettive dell'esecutivo affermando che "la nostra scommessa non è eterna ma di un anno, fino al 2015". "Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta" afferma Renzi.
I tre punti di Renzi - Per Matteo Renzi, chi vince le primarie del Pd dell’8 dicembre "impone la linea. Saremo leali ma conseguenti". "Il primo punto che porremo saranno le regole del gioco. Si mandino in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla e la proposta di modifica dell'articolo 138" afferma Renzi, che rilancia la Camera delle autonomie locali e sostiene l' abolizione di "enti inutili come il Cnel" e la riforma del Titolo V della Costituzione. Quanto alla legge elettorale, "va bene qualsiasi riforma, purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità". Il secondo punto è l'economia, partendo dal "Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzie a chi non ne ha", dichiara Renzi, secondo cui la patrimoniale "ora sarebbe un errore politico". Il terzo punto è "l'anima del Paese. Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si diano contenuti. Spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti".
"Chi vuole spaccare il gruppo sappia che la conseguenza sarà il voto anticipato" - Sulla fedeltà dei democratici in Parlamento alla linea del Pd, "le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c'è chi punta a spaccare il gruppo - avverte Renzi - sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate", per le quali serve "un Pd forte". Quanto al Presidente Giorgio Napolitano, "il capo dello Stato fa bene il suo ruolo. Ma nel rispetto dei ruoli, mi limito a far presente che un Pd forte fa bene anche alle istituzioni".