Pdl, vertice Berlusconi-Alfano: resa dei conti rinviata
PoliticaAncora alta tensione nel partito dopo un lungo incontro notturno a palazzo Grazioli. Il vicepremier ha cercato un riavvicinamento ma le posizioni restano lontane. Occhi puntati, sabato 16, sul Consiglio nazionale che sancirà il passaggio a Forza Italia
E' terminato a mezzanotte, dopo oltre tre ore, il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. Il vicepremier ha cercato un riavvicinamento, ma le posizioni restano lontane. La resa dei conti sarà sabato 16 al Consiglio nazionale che sancirà il passaggio dal Pdl a Forza Italia.
Alfano sarebbe arrivato a Palazzo Grazioli con alcune proposte "distensive", ma che non avrebbero avuto asilo facile dalle parti del Cavaliere. Fedeltà al leader, ma slegata a quella per il governo; battaglia sulla decadenza, ma senza strappi sul "progetto Italia" e Consiglio Nazionale da vivere senza scissioni. Tre condizioni difficilmente accettabili da Berlusconi che vorrebbe intorno a sé una "testuggine" pronta ad avanzare anche verso i nuovi "attacchi della magistratura, che non mancheranno ad arrivare".
Se è vero che nelle oltre 3 ore di riunione Berlusconi e Alfano, confrontandosi senza "filtri", hanno cercato una ricucitura, i dettagli (come il dibattito negato al Consiglio Nazionale) parlano di un impasse che resta ad alta tensione ma che "chiamano" altre 48 ore prima di tirare le somme. Del resto Fitto, che mercoledì 13 ha attaccato Alfano, non recede e non ha nessuna intenzione di concedere spazi all'avversario: "io lealista della prima ora", sarebbe stato il dossier sul tavolo del Cavaliere, "e ora non mi metto da parte". E così resta sullo sfondo la possibile assenza dei governativi al Consiglio Nazionale.
Alfano sarebbe arrivato a Palazzo Grazioli con alcune proposte "distensive", ma che non avrebbero avuto asilo facile dalle parti del Cavaliere. Fedeltà al leader, ma slegata a quella per il governo; battaglia sulla decadenza, ma senza strappi sul "progetto Italia" e Consiglio Nazionale da vivere senza scissioni. Tre condizioni difficilmente accettabili da Berlusconi che vorrebbe intorno a sé una "testuggine" pronta ad avanzare anche verso i nuovi "attacchi della magistratura, che non mancheranno ad arrivare".
Se è vero che nelle oltre 3 ore di riunione Berlusconi e Alfano, confrontandosi senza "filtri", hanno cercato una ricucitura, i dettagli (come il dibattito negato al Consiglio Nazionale) parlano di un impasse che resta ad alta tensione ma che "chiamano" altre 48 ore prima di tirare le somme. Del resto Fitto, che mercoledì 13 ha attaccato Alfano, non recede e non ha nessuna intenzione di concedere spazi all'avversario: "io lealista della prima ora", sarebbe stato il dossier sul tavolo del Cavaliere, "e ora non mi metto da parte". E così resta sullo sfondo la possibile assenza dei governativi al Consiglio Nazionale.