Berlusconi: non si può collaborare con chi vuole la mia fine

Politica
Silvio Berlusconi

L’ex premier all’incontro con i “giovani falchi”: “Non credo che i nostri ministri possano ancora stare al governo in caso di decadenza”. Alfano non demorde: “Voglio l'unità". E chiarisce: "Politicamente non sono più il segretario del Pdl"

Faccio di tutto per l'unità. Ma come si può continuare a collaborare al governo con i miei carnefici? Ai “giovani falchi” del Pdl Silvio Berlusconi ripete il ragionamento che va facendo da giorni. E' forte la sua volontà, spiega, di portare l'intero Pdl nella nuova Forza Italia. Ma continua a ritenere intollerabile la richiesta di restare al governo con quella sinistra che lavora al suo assassinio politico.
Intanto Angelino Alfano non demorde e, dopo l’intervista rilasciata domenica a Sky TG24, torna a parlare sulle pagine del Corriere della Sera (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA): “Voglio davvero l’unità”, ribadisce l’ormai ex segretario del Pdl. “La crisi non aiuterebbe il Cavaliere”. Poi, ospite del programma tv La Telefonata, chiarisce: "Politicamente non sono più il segretario del Pdl" (VIDEO).

Berlusconi e l’incontro con i “giovani falchi”
- L'ex premier, nonostante la delicatezza di queste ore per le sorti del suo partito, non si nega l'incontro con il gruppo di giovani chiamati a raccolta da Daniela Santanché che si presentano elegantissimi nella nuova sede di San Lorenzo in Lucina. A loro non nasconde di essere preoccupato e addolorato, anche se prova a sdrammatizzare con barzellette e battute. Ma anche dietro le battute si celano messaggi politici, come quando afferma che la legge di stabilità qualcuno ironizzando la chiama “legge di stabilità del governo”. Come a ricordare che si tratta di un passaggio cruciale per la vita dell'esecutivo.


“I ministri amano fare i ministri” - Berlusconi si sofferma poi sul voto sulla sua decadenza, torna a lamentare la violazione delle regole, ma soprattutto definisce "incredibile" che il Pd "chieda ai nostri ministri e senatori di continuare a collaborare al governo, quando loro si rendono responsabili dell'omicidio politico del leader del Pdl". Nel rispondere alla domanda di un giovane è poi ancora più diretto: "Non credo" che i ministri possano ancora stare al governo con costoro. Ma i cinque ministri Pdl, è la stoccata del Cav, "amano fare i ministri, diversamente". E' comprensibile l'attaccamento al posto, sottolinea l'ex premier. E spiega che anche molti dei senatori pronti a votare la fiducia al governo, lo fanno perché temono di non essere ricandidati a quella carica "nobiliare".

Sabato Consiglio nazionale per nascita Forza Italia - Insomma, resta fermo sulle sue posizioni il Cavaliere, che non sembra lasciare margini alla trattativa sulla tenuta del governo, ma sul fronte del partito spiega che sono altri a voler dividere. Personalmente, assicura, sta facendo di tutto per mantenere l'unità dei moderati. Dunque un grande dolore lo "attanaglia", nel vedere che ancora una volta, come nel passato, c'è chi si mette di traverso. Ad ogni modo, si dice sicuro che sabato il Consiglio nazionale sancirà il passaggio a Forza Italia approvando il documento dell'Ufficio di presidenza. Niente rinvii, niente passi indietro.

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