Dopo le polemiche nel pomeriggio il Guardasigilli risponderà in Parlamento alle richieste di chiarimento: "Sono pronta a fare un passo indietro se il Paese me lo chiederà”. Il Movimento 5 Stelle presenta una mozione di sfiducia. LIVE BLOGGING
Fornirà un'attenta ricostruzione dei fatti. Terrà distinti il piano dei rapporti personali di vecchia data con i Ligresti, da quello della segnalazione al Dap sulla specifica situazione di Giulia Ligresti quand'era detenuta, eseguita "nell'abito delle competenze istituzionali di ministro". Lascerà fuori la vicenda del figlio Piergiorgio Peluso, ex manager Fonsai, oggi in Telecom, limitandosi forse ad accennare che tutto è già spiegato negli atti dell'inchiesta torinese su Fonsai in cui è testimone. Questa la linea che il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri dovrebbe seguire oggi nell'intervento prima al Senato, alle ore 16, e poi alla Camera alle 17:30 per spiegare e difendersi, dopo la bufera che l'ha investita per i contatti con i Ligresti, le telefonate intercettate e l'intervento al Dap. Un discorso che dovrebbe durare 10-15 minuti in cui, come ha anticipato da Strasburgo, ribatterà alle accuse punto per punto
Cancellieri da Strasburgo: “Pronta a fare un passo indietro se il Paese me lo chiederà” - Alla vigilia del suo intervento in Parlamento, incontrando a Strasburgo i vertici del Consiglio d'Europa e della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo per illustrare il piano del governo per risolvere le criticità del sistema giudiziario italiano, il Guardasigilli ha detto che “se il Paese me lo chiederà farò un passo indietro". Ma, assicura, mai si presterà a fare da ministro 'dimezzato'. Pressata dalle polemiche e dalla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle ma forte del sostegno del premier e dei suoi colleghi di governo, Anna Maria Cancellieri ha puntualizzato:"Non mi sono mai occupata di scarcerazione, è una falsità. Non ho mai fatto nulla che non sia un mio preciso compito. Chi dice questo è falso, bugiardo e ignorante". Soprattutto, "non mi sarei mai permessa di intervenire sulla magistratura, sono falsità". Quindi stop alla "caccia alle streghe" perché, assicura, "non sono mai venuta meno ai miei compiti per un mio amico: non lo farei neppure per un fratello". Tanto meno per il figlio che, precisa, "non c'entra con questa vicenda. E' adulto. E non ha bisogno che mi occupi di lui". E poi chiarisce: in tre mesi dal suo ministero sono partiti "110 interventi, non tutti miei personali: 40/50 della segreteria, altri in gran parte miei. In alcuni casi ho fatto anche telefonate, ricordo di aver parlato con detenuti di Firenze, Siracusa, Padova e Roma". Quindi se "la politica fa la sua strada la faccia, ma non strumentalizzando me. A me interessa solo la verità".
Le posizioni dei partiti - Quello che sarà il giudizio del Parlamento si conoscerà presto. Fra tre giorni ci sarà anche un voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S che chiede le dimissioni del ministro su cui, affermano nella mozione, pende "un'ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico". Ma le posizioni in campo dei partiti sono ormai note anche se il Pd, diviso, prende tempo e annuncia diplomaticamente di voler attendere la sua relazione prima di decidere. Lo dice il segretario Guglielmo Epifani, lo dice Gianni Cuperlo, lo dice il responsabile giustizia Danilo Leva: "Il passaggio in Parlamento non può essere vissuto come un fastidio. Il Pd non accetta processi sommari come propone il M5S, ne' strumentalizzazioni come quelle tentate dagli esponenti del Pdl. Ma di certo non sono ammissibili minimizzazioni di alcun genere". Il Pdl continua invece a sostenere il ministro anche per adombrare un parallelo con il Cavaliere. "Il governo Letta rischia più per la Legge di Stabilità" assicura, ad esempio, il senatore Pdl Lucio Malan. Il governo, invece, appare compatto.
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Cancellieri da Strasburgo: “Pronta a fare un passo indietro se il Paese me lo chiederà” - Alla vigilia del suo intervento in Parlamento, incontrando a Strasburgo i vertici del Consiglio d'Europa e della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo per illustrare il piano del governo per risolvere le criticità del sistema giudiziario italiano, il Guardasigilli ha detto che “se il Paese me lo chiederà farò un passo indietro". Ma, assicura, mai si presterà a fare da ministro 'dimezzato'. Pressata dalle polemiche e dalla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle ma forte del sostegno del premier e dei suoi colleghi di governo, Anna Maria Cancellieri ha puntualizzato:"Non mi sono mai occupata di scarcerazione, è una falsità. Non ho mai fatto nulla che non sia un mio preciso compito. Chi dice questo è falso, bugiardo e ignorante". Soprattutto, "non mi sarei mai permessa di intervenire sulla magistratura, sono falsità". Quindi stop alla "caccia alle streghe" perché, assicura, "non sono mai venuta meno ai miei compiti per un mio amico: non lo farei neppure per un fratello". Tanto meno per il figlio che, precisa, "non c'entra con questa vicenda. E' adulto. E non ha bisogno che mi occupi di lui". E poi chiarisce: in tre mesi dal suo ministero sono partiti "110 interventi, non tutti miei personali: 40/50 della segreteria, altri in gran parte miei. In alcuni casi ho fatto anche telefonate, ricordo di aver parlato con detenuti di Firenze, Siracusa, Padova e Roma". Quindi se "la politica fa la sua strada la faccia, ma non strumentalizzando me. A me interessa solo la verità".
Le posizioni dei partiti - Quello che sarà il giudizio del Parlamento si conoscerà presto. Fra tre giorni ci sarà anche un voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S che chiede le dimissioni del ministro su cui, affermano nella mozione, pende "un'ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico". Ma le posizioni in campo dei partiti sono ormai note anche se il Pd, diviso, prende tempo e annuncia diplomaticamente di voler attendere la sua relazione prima di decidere. Lo dice il segretario Guglielmo Epifani, lo dice Gianni Cuperlo, lo dice il responsabile giustizia Danilo Leva: "Il passaggio in Parlamento non può essere vissuto come un fastidio. Il Pd non accetta processi sommari come propone il M5S, ne' strumentalizzazioni come quelle tentate dagli esponenti del Pdl. Ma di certo non sono ammissibili minimizzazioni di alcun genere". Il Pdl continua invece a sostenere il ministro anche per adombrare un parallelo con il Cavaliere. "Il governo Letta rischia più per la Legge di Stabilità" assicura, ad esempio, il senatore Pdl Lucio Malan. Il governo, invece, appare compatto.
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