Dopo l'incontro a Palazzo Grazioli, a cui non hanno partecipato i ministri, Berlusconi e i suoi confermano il rilancio del partito fondato nel '94 e l'appoggio all'esecutivo. Giovanardi: “Non andiamo in FI”
"I nostri rappresentanti di governo, governo a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell'insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori sono impegnati a contrastare ogni iniziativa" a favore della ripresa dell'economia. E' quanto afferma il Pdl in una nota
al termine dell'ufficio di presidenza a Palazzo Grazioli.
L'ufficio di presidenza del Pdl, si legge ancora, "delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di 'Forza Italia' già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la liberta' e vogliono restare liberi".
Assenti i ministri - Alla riunione non ha partecipato il segretario Pdl Alfano, gli altri ministri del governo e il capogruppo al Senato Renato Schifani.
"Il mio contributo all'unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, come faranno altri, all'ufficio di presidenza che deve proporre decisioni che il congresso nazionale dovrà assumere - aveva spiegato il segretario Pdl - Il tempo che ci separa dal congresso consentirà a Berlusconi di lavorare per ottenere l'unità".
Le critiche di Formigoni e Sacconi - Poco prima della riunione, Formigoni, intervenuto anche a Sky TG24, aveva detto che non avrebbe partecipato all'incontro e aveva chiesto una discussione vera sulla linea del partito.
L'ex ministro Maurizio Sacconi, subodorando la crisi e la possibile scissione, era arrivato a chiedere a Berlusconi di rinviare l'ufficio di presidenza in quanto "fonte di divisioni".
Nella mattinata di venerdì 25 ottobre, intanto, Alfano e i ministri Pdl hanno incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli.
L'ex premier - raccontano i fedelissimi – sembrerebbe determinato ad andare fino in fondo chiamando il vertice del suo partito ad un gesto di lealtà: o con me o contro di me. La possibilità che l'ala governativa possa accettare di rimanere nella nuova Forza Italia (dopo quello che è accaduto il 2 ottobre scorso sulla fiducia al governo Letta) appare complicata, soprattutto in vista del voto sulla decadenza a Palazzo Madama quando Berlusconi “denuncerà” l'impossibilità di stare nello stesso esecutivo con i suoi 'carnefici'.
Certo, per il segretario pidiellino la situazione è molto complicata anche perché oltre agli scenari politici futuri ad incidere nelle scelte è il rapporto personale con l'ex premier. Berlusconi, dal canto suo, ha sempre distinto l'attuale vicepremier dal resto della squadra di governo, ormai considerata fuori dal partito già da un pezzo.
al termine dell'ufficio di presidenza a Palazzo Grazioli.
L'ufficio di presidenza del Pdl, si legge ancora, "delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di 'Forza Italia' già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la liberta' e vogliono restare liberi".
Assenti i ministri - Alla riunione non ha partecipato il segretario Pdl Alfano, gli altri ministri del governo e il capogruppo al Senato Renato Schifani.
"Il mio contributo all'unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, come faranno altri, all'ufficio di presidenza che deve proporre decisioni che il congresso nazionale dovrà assumere - aveva spiegato il segretario Pdl - Il tempo che ci separa dal congresso consentirà a Berlusconi di lavorare per ottenere l'unità".
Le critiche di Formigoni e Sacconi - Poco prima della riunione, Formigoni, intervenuto anche a Sky TG24, aveva detto che non avrebbe partecipato all'incontro e aveva chiesto una discussione vera sulla linea del partito.
L'ex ministro Maurizio Sacconi, subodorando la crisi e la possibile scissione, era arrivato a chiedere a Berlusconi di rinviare l'ufficio di presidenza in quanto "fonte di divisioni".
Nella mattinata di venerdì 25 ottobre, intanto, Alfano e i ministri Pdl hanno incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli.
L'ex premier - raccontano i fedelissimi – sembrerebbe determinato ad andare fino in fondo chiamando il vertice del suo partito ad un gesto di lealtà: o con me o contro di me. La possibilità che l'ala governativa possa accettare di rimanere nella nuova Forza Italia (dopo quello che è accaduto il 2 ottobre scorso sulla fiducia al governo Letta) appare complicata, soprattutto in vista del voto sulla decadenza a Palazzo Madama quando Berlusconi “denuncerà” l'impossibilità di stare nello stesso esecutivo con i suoi 'carnefici'.
Certo, per il segretario pidiellino la situazione è molto complicata anche perché oltre agli scenari politici futuri ad incidere nelle scelte è il rapporto personale con l'ex premier. Berlusconi, dal canto suo, ha sempre distinto l'attuale vicepremier dal resto della squadra di governo, ormai considerata fuori dal partito già da un pezzo.