L'ex premier esce dal partito dopo i dissidi sulla legge di stabilità con il ministro Mario Mauro. Secondo indiscrezioni, anche il viceministro Fassina sarebbe pronto a lasciare per un dissenso sulla manovra. Epifani: "Problema è mancanza di collegialità"
Il senatore Mario Monti si dimette dalla presidenza di Scelta Civica, il partito da lui fondato prima delle elezioni del febbraio scorso, per dissidi sul giudizio della legge di Stabilità, al termine di una vera e propria guerra tra le varie componenti del movimento (popolari e liberali, cattoliche e riformiste).
Lo scontro sul ddl stabilità - In una nota pubblicata sul sito del movimento, Monti spiega che dopo la sua nota di critica nei confronti della legge di Stabilità, 11 senatori del movimento hanno sottoscritto una dichiarazione nella quale dicono di condividere invece i contenuti manovra proposta dal governo. "Non posso non intendere la dichiarazione degli 'undici più uno' (Mauro, ndr) senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti" spiega il senatore.
Monti fa poi riferimento al ministro della Difesa Mario Mauro. "Mauro - scrive il senatore a vita - con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al governo, posizione legittima - e naturale in chi fa parte di un governo - ma che non è la linea di Scelta Civica, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del contratto di coalizione; dall'altro, il superamento di Scelta Civica in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata".
Il caso della Commissione antimafia - Che in Scelta civica fosse in corso una guerra fratricida era apparso evidente fin dallo scontro che è andato in scena in commissione antimafia, dove c'era un accordo di maggioranza per eleggere presidente il capogruppo alla Camera di Sc, Lorenzo Dellai. Uno dei tre componenti di Scelta civica in Commissione, l'imprenditore catanese Andrea Vecchio, ha però sconfessato pubblicamente e molto duramente la candidatura di Dellai rilanciando la propria.
Assemblea martedì - Per affrontare lo tsunami delle dimissioni di Monti (che in molti nel partito sperano vengano ritirate) il vice presidente vicario di Scelta Civica Alberto Bombassei ha deciso di convocare martedì alle 12 alla Camera un'assemblea plenaria dei deputati e senatori di Sc e degli organi di partito.
Voci su possibili dimissioni di Fassina - Ma le dimissioni di Monti non sono le uniche che potrebbero animare il dibattito politico. Per tutto il giorno si rincorrono le voci di possibili dimissioni del viceministro Stefano Fassina in polemica con il taglio dato alla legge di stabilità. Nessuna conferma ufficiale, ma di ora in ora il tam tam di Montecitorio dà per sempre più probabile l'uscita dell'esponente del Pd dal governo. Guglielmo Epifani non smentisce e afferma: "Credo che Fassina lamenti un difetto di collegialità. E credo abbia ragione". Parole che suonano come un pieno sostegno al viceministro del Pd.
Letta: "No comment" - Il premier Letta da Washington non ha voluto invece commentare gli sviluppi nostrani. "Ne parliamo domani" ha detto il a chi chiedeva se aveva avuto modo di parlare con Monti e Fassina.
Lo scontro sul ddl stabilità - In una nota pubblicata sul sito del movimento, Monti spiega che dopo la sua nota di critica nei confronti della legge di Stabilità, 11 senatori del movimento hanno sottoscritto una dichiarazione nella quale dicono di condividere invece i contenuti manovra proposta dal governo. "Non posso non intendere la dichiarazione degli 'undici più uno' (Mauro, ndr) senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti" spiega il senatore.
Monti fa poi riferimento al ministro della Difesa Mario Mauro. "Mauro - scrive il senatore a vita - con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al governo, posizione legittima - e naturale in chi fa parte di un governo - ma che non è la linea di Scelta Civica, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del contratto di coalizione; dall'altro, il superamento di Scelta Civica in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata".
Il caso della Commissione antimafia - Che in Scelta civica fosse in corso una guerra fratricida era apparso evidente fin dallo scontro che è andato in scena in commissione antimafia, dove c'era un accordo di maggioranza per eleggere presidente il capogruppo alla Camera di Sc, Lorenzo Dellai. Uno dei tre componenti di Scelta civica in Commissione, l'imprenditore catanese Andrea Vecchio, ha però sconfessato pubblicamente e molto duramente la candidatura di Dellai rilanciando la propria.
Assemblea martedì - Per affrontare lo tsunami delle dimissioni di Monti (che in molti nel partito sperano vengano ritirate) il vice presidente vicario di Scelta Civica Alberto Bombassei ha deciso di convocare martedì alle 12 alla Camera un'assemblea plenaria dei deputati e senatori di Sc e degli organi di partito.
Voci su possibili dimissioni di Fassina - Ma le dimissioni di Monti non sono le uniche che potrebbero animare il dibattito politico. Per tutto il giorno si rincorrono le voci di possibili dimissioni del viceministro Stefano Fassina in polemica con il taglio dato alla legge di stabilità. Nessuna conferma ufficiale, ma di ora in ora il tam tam di Montecitorio dà per sempre più probabile l'uscita dell'esponente del Pd dal governo. Guglielmo Epifani non smentisce e afferma: "Credo che Fassina lamenti un difetto di collegialità. E credo abbia ragione". Parole che suonano come un pieno sostegno al viceministro del Pd.
Letta: "No comment" - Il premier Letta da Washington non ha voluto invece commentare gli sviluppi nostrani. "Ne parliamo domani" ha detto il a chi chiedeva se aveva avuto modo di parlare con Monti e Fassina.