Bersani e l’asse Franceschini-Renzi: "Non vedo i contenuti"

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L’ex segretario del Pd, dopo l’endorsement del ministro per il sindaco: “Giusto avere risposte sull’Italia e sul partito che non siano solo battute”. Renzi ai suoi: “Bersani? Alle elezioni l’ho visto spompo

"Questa operazione non è convincente, non vedo i contenuti". Pier Luigi Bersani non ha apprezzato l'appoggio di alcuni dirigenti, tra cui Dario Franceschini, a Matteo Renzi. "Mi risulta che ci fossero diverse opinioni...", ha ricordato l'ex segretario alla festa del Pd di Genova, dove è stato accolto da una standing ovation e da un lungo applauso, così "puoi dare l'impressione che ci siano più problemi di posizionamento che di merito e non è una buona cosa".
"Io non metto Bersani davanti al Pd, non posso metterci neanche Renzi o nessun altro. Non possiamo solo organizzare tifoserie e plebisciti senza contenuti. Quindi credo sia giusto chiedere (a Renzi, ndr) quale sia la sua posizione di partito e sull'Italia e avere delle risposte che non siano solo battute”, ha ancora detto Bersani.
Le parole dell’ex segretario sono arrivate dopo la diffusione di un video in cui Matteo Renzi, conversando con alcuni volontari a margine della festa democratica di Bologna, dice a proposito di Bersani: "Durante le primarie è stato perfetto, mi ha fatto un c… così, è stato bravissimo. E' andato bene, era tranquillo, non ha sbagliato una mossa". Invece, aggiunge, "gli ultimi mesi era spompo, che ci sta anche. Io l'ho visto a Palermo e l'ho visto distrutto e poi c'era Berlusconi che era tornato a fare Berlusconi".


“Pdl pensi all’Italia, non solo a Berlusconi” - Sulla questione Berlusconi, condannato dalla Cassazione nel processo Mediaset e in attesa del voto in giunta sulla decadenza da senatore, l’ex segretario democratico ha detto: "Tirare la palla nel nostro campo è un gioco stucchevole. Devono pensare non solo a Berlusconi ma anche all'Italia". Secondo Bersani, la questione da porre al Pdl è se "riesce a determinare una differenza, un minimo di distanza, per quanto doloroso, tra il partito e il suo leader, che ha i problemi che ha. Si possono distinguere le responsabilità? Se si distinguono, si possono evitare traumi al paese". Altrimenti "se il Pdl ritiene di non poter esistere senza il suo leader, ci procurerà traumi e problemi davanti ai mercati", ha ammonito.

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