L'innalzamento al 22% dell'imposta causa tensioni nella maggioranza. Berlusconi: il rialzo va evitato. Ma per Fassina è inevitabile. Il centro studi dell'associazione di Mestre avverte: aggravi maggiori sulle retribuzioni più basse
Chiusa per metà la partita Imu (resta da cancellare la seconda rata) si apre, anzi si surriscalda il fronte Iva. E nella maggioranza si riaccende lo scontro. L'aumento dell'aliquota dal 21 al 22% fissato dal primo ottobre sarà inevitabile ha dichiarato il viceministro dell'economia Stefano Fassina proprio a causa della cancellazione dell'Imu. Ma Silvio Berlusconi, intervenuto dopo Angelino Alfano, è stato categorico: l'Iva non va "assolutamente aumentata", anche perché "non c'è una sicurezza" che aumenti le entrate. Sullo sfondo, il rapporto del centro studi della Cgia di Mestre secondo cui con l'aumento dell'Iva le famiglie meno abbienti saranno quelle più penalizzate.
Cgia: aumento Iva peserà su famiglia a basso reddito - In termini assoluti - evidenzia l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre - se ci sarà l'aumento dell'Iva, saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta più pesante, ma se si confronta l'incidenza percentuale sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia, la situazione si "trasforma completamente" e l'aumento Iva peserà "maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate". A parità di reddito, "i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori".
Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici, spiega Giuseppe
Bortolussi, segretario dell'associazione. "Se dal primo ottobre l'aliquota ordinaria del
21% salirà di un punto, subiremo un ulteriore contrazione dei consumi che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale. E' vero che l'incremento dell'Iva costa 4,2 miliardi di euro all'anno, ma questi soldi vanno assolutamente trovati per non fiaccare la disponibilità economica delle famiglie e per non penalizzare ulteriormente la domanda interna".
Baretta, faremo di tutto per congelare l'aumento - Secondo il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, una possibile soluzione per evitare in via permanente l'aumento dell'Iva potrebbe essere quella di mettere mano ad una rimodulazione delle aliquote di tutto il paniere dei beni su cui si applica
l'imposta. Come ha spiegato al quotidiano La Stampa, infatti, si sta cercando 1 miliardo per evitare l'incremento dell'imposta fino alla fine dell'anno (la rassegna stampa).
E interviene dalle colonne di Repubblica anche ministro per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini, che riguardo a un eventuale incremento dell'Iva, spiega: "Non c'è automatismo. A ottobre valuteremo. Logica vorrebbe che prorogassimo il blocco dell'aumento fino al 31 dicembre e poi nel 2014, nella cornice della legge di stabilità, si definissero le regole della nuova tassazione sugli immobili e si ridisegnassero le aliquote Iva per renderle meno disordinate e più eque".
Cgia: aumento Iva peserà su famiglia a basso reddito - In termini assoluti - evidenzia l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre - se ci sarà l'aumento dell'Iva, saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta più pesante, ma se si confronta l'incidenza percentuale sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia, la situazione si "trasforma completamente" e l'aumento Iva peserà "maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate". A parità di reddito, "i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori".
Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici, spiega Giuseppe
Bortolussi, segretario dell'associazione. "Se dal primo ottobre l'aliquota ordinaria del
21% salirà di un punto, subiremo un ulteriore contrazione dei consumi che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale. E' vero che l'incremento dell'Iva costa 4,2 miliardi di euro all'anno, ma questi soldi vanno assolutamente trovati per non fiaccare la disponibilità economica delle famiglie e per non penalizzare ulteriormente la domanda interna".
Baretta, faremo di tutto per congelare l'aumento - Secondo il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, una possibile soluzione per evitare in via permanente l'aumento dell'Iva potrebbe essere quella di mettere mano ad una rimodulazione delle aliquote di tutto il paniere dei beni su cui si applica
l'imposta. Come ha spiegato al quotidiano La Stampa, infatti, si sta cercando 1 miliardo per evitare l'incremento dell'imposta fino alla fine dell'anno (la rassegna stampa).
E interviene dalle colonne di Repubblica anche ministro per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini, che riguardo a un eventuale incremento dell'Iva, spiega: "Non c'è automatismo. A ottobre valuteremo. Logica vorrebbe che prorogassimo il blocco dell'aumento fino al 31 dicembre e poi nel 2014, nella cornice della legge di stabilità, si definissero le regole della nuova tassazione sugli immobili e si ridisegnassero le aliquote Iva per renderle meno disordinate e più eque".