Il Pdl: possibile ricorso alla Consulta sulla legge Severino

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La norma in base alla quale Berlusconi sarebbe ineleggibile presenta, per Lucio Malan, membro Pdl della Giunta per le elezioni del Senato, "ampi profili di incostituzionalità". Intanto alta tensione nella maggioranza anche sulla legge elettorale

Impugnare la legge Severino davanti alla Corte Costituzionale  "è certamente una delle cose da accertare, ci sono degli ampi profili di incostituzionalità che vanno valutati". Così a Radio24 Lucio Malan, membro Pdl della Giunta per le elezioni del Senato.
"Il fatto – prosegue Malan -  è che la Costituzione mira alla riabilitazione del reo, ma se una volta terminata la pena il reo è ancora diverso dagli altri cittadini è una cosa incompatibile con il complesso di una serie di norme costituzionali".

"A sinistra - riprende l'esponente Pdl - c'è una certa confusione sul ruolo del giudice e del plotone d'esecuzione. Sono due carriere diverse...". In sostanza, ricorda ancora Malan, "ci sono dei margini, bisogna discutere il contenuto di questa legge in rapporto al caso di Silvio Berlusconi. Le leggi si applicano, ma si applicano dove e come il complesso delle leggi e delle norme dice che si applichino".

Lancia un'altra proposta, per risolvere il nodo della cosiddetta "agibilità politica" di Berlusconi, Stefania Craxi, presidente dei "Riformisti Italiani". "Sono convinta - afferma - che la strada da intraprendere nell'interesse di tutti i cittadini che direttamente o indirettamente sono parte in causa, sia quella di un referendum abrogativo che interessi talune norme della legge Saverino".

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, cerca invece di gettare acqua sul fuoco. I problemi giudiziari di Berlusconi sono "questioni che vanno affrontate - afferma - ma non bisogna perdere di vista l'obiettivo prefissato. Spero che questo esecutivo possa continuare indipendentemente da tutto ciò che sembra in questo momento essere una fibrillazione che mette in pericolo il futuro del Governo".

Ma la tensione nella maggioranza resta forte anche sul tema della riforma della legge elettorale, dopo l'appello del premier Letta a fare presto. Il Pdl ripropone la tradizionale posizione del partito di Berlusconi:prima le riforme nel loro complesso e solo dopo la legge di riforma elettorale, mentre i democratici sembrano divisi al loro interno su chi vuole il ritorno al mattarellum e chi, secondo il renziano Giachetti, al Senato sarebbe disposto a conservare il Porcellum con alcuni ritocchi.

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