Berlusconi: "Riforma giustizia o pronti al voto"

Politica

Dopo la sentenza di condanna, l'ex premier incontra i gruppi del Pdl, che gli consegnano simbolicamente le proprie dimissioni. Brunetta e Schifani si recheranno da Napolitano per chiedere la grazia. Sale la tensione col Pd: "Pressione indebita"

A meno di 24 ore dalla sentenza della Corte di Cassazione (e mentre inizia il procedimento esecutivo della decisione della Suprema Corte) il Pdl prova a blindare Silvio Berlusconi chiedendo la grazia a Napolitano. E il Cavaliere si presenta all'assemblea dei parlamentari chiedendo a sua volta di tenersi pronti a tutto anche all'ipotesi delle elezioni, mettendo sul piatto l'impellente riforma della giustizia.
Una soluzione che il partito è disponibile a prendere in considerazione solo dopo aver tentato il tutto e per tutto presentando le proprie dimissioni, per il momento simboliche (gesto imitato anche dagli stessi ministri del partito).

La giornata di Berlusconi - La richiesta di grazia sarà sollecitata dai due capigruppo pronti a chiedere un appuntamento al Colle appena il capo dello Stato sarà rientrato dalle vacanze in montagna.
Berlusconi, dopo un pranzo con i fedelissimi a via del Plebiscito e dopo aver ricevuto la visita di due dei figli di Veronica, Barbara e Luigiha deciso di presentarsi all'incontro con il gruppi.  La strategia dell'ex capo del governo però al momento non è ancora del tutto definita.

Sale la tensione con il Pd - Se da un lato infatti l'ex premier è il primo a 'caricare' i suoi chiedendo di prepararsi "alle elezioni per vincere" e mettendo come punto fermo "la riforma della giustizia", sempre l'ex capo del governo invita ad evitare decisioni affrettate: "Nessuna soluzione immediata".
Tant'è vero che diversi parlamentari pidiellini andando via confidano di non aver ben capito quale fosse alla fine la decisione presa. Un risultato immediato comunque l'ex capo del governo l'ha ottenuto e cioè quello di alzare enormemente il livello della tensione nella maggioranza con il Partito Democratico, che con Epifani a proposito della grazia parla di "pressione indebita", chiude alla possibilità di una riforma della giustizia "come la vuole il Pdl" e aggiunge: "Se Berlusconi avesse detto di volere il voto subito questo vorrebbe dire che romperebbe il patto contratto con gli italiani per un governo di servizio".



Schifani e Brunetta incontreranno Napolitano - Insomma una guerra di nervi anche perché il Cavaliere non vuole intestarsi in prima persona la fine dell'esecutivo. Che siano dunque i Democratici a fare la prima mossa. E che la temperatura sia destinata a salire lo dimostra in modo particolare la 'mossa' studiata dai due capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani di fare pressing sul Quirinale affinché il capo dello Stato conceda la grazia a Berlusconi ed eviti, come hanno detto entrambi, che "ci sia un vulnus nella democrazia e che 10 milioni di elettori restino senza il loro leader".
In caso di decisione negativa da parte del Colle, il Pdl, stando a quanto raccontano, sarebbe pronto a lasciare non solo le Aule parlamentari ma anche "i posti nel governo".

La cronaca della giornata (qui la versione mobile)

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