La titolare dell'Integrazione aveva chiesto a Maroni di stigmatizzare gli attacchi contro di lei: "Il mio appello è caduto nel vuoto". Pini: "Scelta che non le fa onore". Zaia: "Pronto a confrontarmi con lei a una festa del Pd"
Kyenge aveva accettato in un primo tempo l'invito del parlamentare Gianluca Pini a partecipare a un dibattito pubblico con Luca Zaia, in programma sabato 3 agosto a Milano Marittima. Poi, dopo le nuove prese di posizione e offese da esponenti del Carroccio, aveva detto di non essere più disponibile se Maroni non avesse “stoppato” gli attacchi dei suoi.Non parteciperò più alla festa della Lega Nord a Milano Marittima: il mio appello a Roberto Maroni è caduto nel vuoto http://t.co/knuvFLjBiC
— Cécile Kyenge (@ckyenge) August 1, 2013
"Nei giorni scorsi - ricorda il portavoce - il ministro aveva chiesto al segretario nazionale della Lega Nord Roberto Maroni un suo intervento, chiaro e pubblico per stigmatizzare i molti, troppi attacchi rivolti contro di lei da esponenti di quel partito; non essendo pervenuto il suddetto intervento, la stessa ha deciso di declinare l'invito".
Pini (Lega): “Delusi, scelta che non le fa onore” - "Siamo molto delusi per questa decisione soprattutto perché viene meno da parte sua, ed a sole 48 ore dell'impegno preso, la disponibilità a un confronto civile e franco sui temi dell'immigrazione". Così Gianluca Pini, vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera. "Aver fatto vincere il partito dello scontro - aggiunge Pini - non fa onore a chi dice di volere un cambiamento".
Zaia: “Pronto ad andare io a parlare con lei a festa Pd” - Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, non ci sta e se il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, ha rinunciato ad andare sabato alla festa della Lega di Milano Marittima per confrontarsi con lui, lui rilancia offrendo la propria disponibilità ad un confronto ad una festa del Pd. "Mi spiace molto che Kyenge abbia rinunciato a questo confronto: secondo me sbaglia, noi non abbiamo il razzismo nel dna", ha detto, ricordando di rappresentare "una Regione che è un modello per l'integrazione". "Siccome - ha aggiunto - sarebbe stata l'unica vera occasione di confronto su immigrazione, integrazione e leggi sul tema, e poiché penso che piuttosto che rassicurare i fedeli sia meglio evangelizzare gli infedeli, ovvero che sia meglio parlare con chi non la pensa come te, dico che se la montagna non va a Maometto, Maometto non va alla montagna". "Per questo - ha concluso - sono disponibile ad andare io a una festa del Pd a parlare con il ministro Kyenge".
Bossi: "Io non l'avrei invitata" - Diversa l'opinione dell'ex segretario del Carroccio, Umberto Bossi, che ancora prima della decisione del ministro di non partecipare alla festa, aveva detto: "Io non l'avrei invitata" (guarda il servizio di SkyTG24). "Non si dialoga con chi vuole distruggere la Bossi-Fini - aveva chiosato il Senatùr -, che è l'ultimo baluardo rimasto contro l'immigrazione clandestina". "La Kyenge fa di tutto per non essere amata", ha sostenuto Bossi. E le offese? "In giro c'è sempre qualcuno che fa il pirla, ma il problema non sono i cretini che fanno queste cose. Il problema è politico".