La presidente della Camera risponde all'ad della Fiat che, dopo un suo incontro con gli operai dell'azienda automobilistica, l'aveva invitata nella fabbrica di Val di Sangro. "Per tornare a essere competitivi necessarie ricerca e innovazione"
"Per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all'estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale". Lo scrive Laura Boldrini all'ad di Fiat Marchionne parlando della crisi economica italiana.
L'invito di Marchionne alla Boldrini - La presidente della Camera, risponde dunque così alla lettera di Marchionne che alla fine di giugno - e subito dopo che la Boldrini aveva incontrato una delegazione della Fiom-Cgil - l'aveva invitata a visitare uno stabilimento Fiat in Val di Sangro. La presidente ha sottolineato nella risposta - diffusa oggi dall'ufficio stampa di Montecitorio - il suo "interessamento ai temi del lavoro, in questa particolare fase di crisi economica. Non si tratta soltanto di sensibilità personale. Ritengo - spiega infatti Boldrini - un dovere per chi rappresenta le istituzioni dedicare il massimo impegno al tema del lavoro in tutte le sue declinazioni: la disoccupazione giovanile, la precarietà, la perdita del posto per persone non più giovani e con famiglia. Così come il lavoro da reinventare e ripensare sotto nuove forme e in chiave di innovazione e di produttività".
"Necessaria crescita su modelli sostenibili" - "Siamo consapevoli - continua la lettera di Boldrini - che bisogna invertire quanto prima questa tendenza e ognuno di noi può fare qualcosa di utile. La politica, certamente, ma anche il mondo sindacale e quello imprenditoriale. Tutti siamo chiamati a sfide nuove. La mia esperienza di vita e di lavoro mi ha spinto a guardare tutto questo in un'ottica globale e a rendermi conto che non servono soluzioni di corto respiro. Il livello e l'impatto della crisi sono tali da imporre un progetto del tutto nuovo, una politica industriale che consenta una crescita reale, basata su modelli di sviluppo sostenibile tanto a livello economico, quanto sociale e ambientale".
"No al ribasso sui diritti" - "Lei concorderà che le vecchie ricette hanno fallito e che ne servono di nuove. Affinché il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione, tanto dei prodotti quanto dei processi. Una via che non è affatto in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa", ammonisce.
"Guardo con interesse alla Fiat" - "Tutto questo mi porta a guardare con particolare interesse alla condizione e al ruolo della Fiat, sia in Italia sia all'estero, e ascoltare le ragioni di quanti partecipano attivamente a una realtà così importante. Impegni istituzionali già in agenda purtroppo non mi consentono di accogliere l'invito alla cerimonia del 9 Luglio in Val di Sangro. Certa che non mancheranno ulteriori occasioni di confronto", conclude la presidente della Camera.
L'invito di Marchionne alla Boldrini - La presidente della Camera, risponde dunque così alla lettera di Marchionne che alla fine di giugno - e subito dopo che la Boldrini aveva incontrato una delegazione della Fiom-Cgil - l'aveva invitata a visitare uno stabilimento Fiat in Val di Sangro. La presidente ha sottolineato nella risposta - diffusa oggi dall'ufficio stampa di Montecitorio - il suo "interessamento ai temi del lavoro, in questa particolare fase di crisi economica. Non si tratta soltanto di sensibilità personale. Ritengo - spiega infatti Boldrini - un dovere per chi rappresenta le istituzioni dedicare il massimo impegno al tema del lavoro in tutte le sue declinazioni: la disoccupazione giovanile, la precarietà, la perdita del posto per persone non più giovani e con famiglia. Così come il lavoro da reinventare e ripensare sotto nuove forme e in chiave di innovazione e di produttività".
"Necessaria crescita su modelli sostenibili" - "Siamo consapevoli - continua la lettera di Boldrini - che bisogna invertire quanto prima questa tendenza e ognuno di noi può fare qualcosa di utile. La politica, certamente, ma anche il mondo sindacale e quello imprenditoriale. Tutti siamo chiamati a sfide nuove. La mia esperienza di vita e di lavoro mi ha spinto a guardare tutto questo in un'ottica globale e a rendermi conto che non servono soluzioni di corto respiro. Il livello e l'impatto della crisi sono tali da imporre un progetto del tutto nuovo, una politica industriale che consenta una crescita reale, basata su modelli di sviluppo sostenibile tanto a livello economico, quanto sociale e ambientale".
"No al ribasso sui diritti" - "Lei concorderà che le vecchie ricette hanno fallito e che ne servono di nuove. Affinché il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione, tanto dei prodotti quanto dei processi. Una via che non è affatto in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa", ammonisce.
"Guardo con interesse alla Fiat" - "Tutto questo mi porta a guardare con particolare interesse alla condizione e al ruolo della Fiat, sia in Italia sia all'estero, e ascoltare le ragioni di quanti partecipano attivamente a una realtà così importante. Impegni istituzionali già in agenda purtroppo non mi consentono di accogliere l'invito alla cerimonia del 9 Luglio in Val di Sangro. Certa che non mancheranno ulteriori occasioni di confronto", conclude la presidente della Camera.