Il richiamo del capo dello Stato: "Le riforme potranno realizzarsi solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione la continuità del governo e del Parlamento". Poi avverte: "Esistono focolai di esasperazione e di violenza eversiva"
"Il Governo operi serenamente; il Parlamento faccia serenamente e con lungimiranza la sua parte; le forze politiche non cadano in convulsi e meschini calcoli di convenienza di qualsiasi specie. Ne va della credibilità del nostro Paese". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando di riforme, durante il suo intervento alla conferenza dei prefetti. Le riforme "potranno realizzarsi, come è indispensabile, solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione la continuità del governo nato a fine aprile e insieme la continuità del Parlamento eletto a fine febbraio", ha aggiunto il capo dello Stato.
Nessuna contraddizione tra stabilità e riforme - "Il rinnovamento istituzionale non è separabile dal rinnovamento politico. E quest'ultimo non può prescindere da un rinnovamento morale che l'estensione di questa piaga antica della corruzione nella vita politica e amministrativa impone categoricamente”. "La stabilità politica e istituzionale è la condizione primaria per il rilancio del Paese e per portare a termine le riforme". "Non c'è alcuna contraddizione - ha aggiunto Napolitano - tra stabilità e riforme".
Procedere a revisioni costituzionali - "La sfida è quella del rilancio dello sviluppo nazionale nel contesto europeo e del cambiamento istituzionale nel senso più ampio. Occorre procedere a revisioni costituzionali ma egualmente a riforme della legislazione ordinaria, degli assetti organizzativi, del modus operandi delle istituzioni rappresentative e degli apparati dello Stato, nonché delle regole che presiedono ai rapporti tra le parti sociali. Non è un disegno che possa spaventare perché troppo ambizioso, ma è uno spirito e un approccio da assumere nell'esercizio delle nostre responsabilità, a qualsiasi livello e nei limiti del programma dell'attuale governo e del proiettarsi in avanti della nuova legislatura parlamentare", aggiunge il capo dello Stato.
Preoccupa eversione - "Oggi alle difficoltà per molti aspetti drammatiche di imprese e mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine al confronto e all'ascolto. Vi si legano anche il rincrudirsi di certe tipologie di delinquenza comune, sia il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eversiva".
Nessuna contraddizione tra stabilità e riforme - "Il rinnovamento istituzionale non è separabile dal rinnovamento politico. E quest'ultimo non può prescindere da un rinnovamento morale che l'estensione di questa piaga antica della corruzione nella vita politica e amministrativa impone categoricamente”. "La stabilità politica e istituzionale è la condizione primaria per il rilancio del Paese e per portare a termine le riforme". "Non c'è alcuna contraddizione - ha aggiunto Napolitano - tra stabilità e riforme".
Procedere a revisioni costituzionali - "La sfida è quella del rilancio dello sviluppo nazionale nel contesto europeo e del cambiamento istituzionale nel senso più ampio. Occorre procedere a revisioni costituzionali ma egualmente a riforme della legislazione ordinaria, degli assetti organizzativi, del modus operandi delle istituzioni rappresentative e degli apparati dello Stato, nonché delle regole che presiedono ai rapporti tra le parti sociali. Non è un disegno che possa spaventare perché troppo ambizioso, ma è uno spirito e un approccio da assumere nell'esercizio delle nostre responsabilità, a qualsiasi livello e nei limiti del programma dell'attuale governo e del proiettarsi in avanti della nuova legislatura parlamentare", aggiunge il capo dello Stato.
Preoccupa eversione - "Oggi alle difficoltà per molti aspetti drammatiche di imprese e mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine al confronto e all'ascolto. Vi si legano anche il rincrudirsi di certe tipologie di delinquenza comune, sia il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eversiva".