Presidenzialismo, Grillo: "Berlusconi vuol diventare duce"

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Vertice al Quirinale sulle riforme istituzionali. Critiche del leader M5S che attacca anche Napolitano: "Con che autorità dice che il governo è a termine". Sulle modifiche costituzionali dubbi anche nel Pd. Epifani: "Partiti personali antidemocratici"

"Il presidenzialismo è un'idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d'Italia". A lanciare l'altolà all'ipotesi presidenzialista è, con un post sul proprio blog, il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. E lo fa nel giorno in cui Giorgio Napolitano al Quirinale fa il punto sul percorso da seguire per l'avvio del cosiddetto comitato dei 40 con il premier Enrico Letta, il ministro per le riforme Gaetano Quagliariello e quello per i rapporti con il parlamento Dario Franceschini.

L'attacco di Beppe Grillo - Secondo il leader del Movimento 5 Stelle il piano di Berlusconi è farsi eleggere presidente della Repubblica "con l'aiuto delle televisioni che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent'anni ignorando ogni conflitto di interessi". Ma Grillo ne ha anche per il Capo dello Stato, a cui viene contestata la dichiarazione del 2 giugno, sul "governo a termine". L'ex comico genovese infatti si chiede "con quale autorità il presidente della Repubblica definisce la durata di un Governo? E perché 18 mesi?". Il timore di Grillo è che si cerchi di impedire al M5S di vincere le elezioni in concomitanza con il semestre italiano di guida dell'Ue. "Da luglio a dicembre del 2014 - scrive infatti sul suo blog - l'Italia avrà la presidenza del Consiglio dei ministri della UE, in contiguità con le elezioni per il Parlamento europeo, nel giugno 2014, e con il rinnovo della Commissione Europea. Se il M5S si confermasse primo partito con il dissolvimento contemporaneo di pdl, il cui condannato in secondo grado per evasione fiscale potrebbe finire nelle patrie galere, e pdmenoelle, già scisso ufficiosamente in tre tronconi, il presidente della UE potrebbe essere espressione del M5S. Un'ipotesi da scongiurare a qualunque costo".

Le perplessità - Ma a frenare sul tema del semipresidenzialismo sono anche molti dentro al Pd, critici verso l'apertura mostrata sabato da Enrico Letta. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, mette in evidenza che ci sono altri problemi da risolvere come ad esempio il "bicameralismo che spesso rallenta l'iter delle leggi" o la legge elettorale che "non è più in grado di assicurare maggioranze stabili". Quindi, osserva, nessun "tabù" sul semipresidenzialismo ma "prima bisogna discutere del fatto che un sistema di questo genere deve essere accompagnato da norme rigorosissime su incompatibilità e conflitto d'interessi". Mentre secondo Maurizio Gasparri (Pdl), le "aperture vanno colte in maniera positiva" e spinge per l'elezione diretta a suffragio universale del Capo dello Stato dotato di poteri reali: "e' la vera svolta democratica del Paese - sostiene - in Italia già è in atto un presidenzialismo di fatto. E' tempo che ci sia un presidenzialismo di diritto".

Di Pietro e Vendola contro l'ipotesi presidenzialista - Critiche all'ipotesi presidenzialista arrivano da Antonio Di Pietro, che invita a "metter giù le mani dalla Costituzione" e boccia l'idea del presidenzialismo come una "proposta oscena". Per Nichi Vendola la "destra vuole seppellire la Costituzione". Il capogruppo 5 stelle al Senato, Vito Crimi, ironizza: "Ogni mattina un italiano disoccupato, un esodato, un invalido al quale hanno tagliato i fondi, una mamma che porta i bambini in una scuola senza il riscaldamento, un precario, uno studente universitario e tanti altri italiani si svegliano con una cosa in comune, con un chiodo fisso in testa, con quel problema che gli rende difficile dormire la notte, quel pensiero che lo accompagnerà per tutta la giornata e fino alla fine del mese: bicameralismo perfetto o una sola Camera? E poi presidenzialismo o semipresidenzialismo".

Epifani: "Partiti personali sono i più antidemocratici" - Intanto il segretario del Pd Guglielmo Epifani attacca i partiti personali. "In Italia, tranne il Pd, abbiamo una somma di partiti personali, che sono per definizione i più antidemocratici che esistono perché rispondono a un capo, vivono del leader e sono legati al suo destino" ha detto presentando a Roma il nuovo libro di Walter Veltroni.
"Un sistema non si regge solo con un pilastro. Quando penso che dobbiamo fare una scelta di responsabilità mi domando perché solo noi dobbiamo fare scelte responsabili. Fino a quando reggerà un sistema basato su questa asimmetria?", si è chiesto il segretario del Pd.

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