Napolitano: “L’Italia sia davvero fondata sul lavoro”

Politica
Giorgio Napolitano

L’appello del capo dello Stato: “Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”. E aggiunge: “La disoccupazione giovanile è un problema da noi è molto sentito”. Ocse: "L'11% degli under 25 non cerca più lavoro"

"Dobbiamo essere una Repubblica all'altezza dell'articolo 1 della Costituzione" a cui "si devono uniformare tutti gli attori sociali e le rappresentanze politiche". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un’intervista al TG5, lancia un nuovo appello sul fronte del lavoro. Non solo richiamandone il valore sancito nella Carta ma anche e soprattutto declinandone il peso attuale nell'emergenza occupazione per i giovani.
"La verità è che sono cambiate le tecnologie, i termini dell'occupazione e si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile, sia in Occidente che nei Paesi emergenti", è la riflessione del Capo dello Stato che non nasconde come questo problema "in Italia lo sentiamo molto acutamente e drammaticamente".

"L'importanza dell'articolo 1 della Costituzione" - "Quel primo articolo della Costituzione - continua Napolitano - ebbe grande significato. Si discusse moltissimo in assemblea costituente e si scelse questa dizione anziché l'altra 'è una Repubblica dei lavoratori'. 'Fondata sul lavoro' è qualcosa di più, c'è un principio regolatore a cui si debbono uniformare tutti gli attori sociali e tutte le rappresentanze politiche".
Rispetto ad allora, secondo Napolitano, ciò che emerge è "il problema della disoccupazione giovanile, che non è un problema puramente italiano". "Il più importante settimanale internazionale di economia, The Economist, è uscito con una copertina ed un editoriale il cui titolo è Una generazione senza lavoro. Si parla, solo nei Paesi del mondo ricco, di 26 milioni di giovani che non sono più nel processo formativo, non fanno addestramento e non hanno lavoro. Nell'insieme, l'Organizzazione internazionale del lavoro ha fatto la cifra di 75 milioni di giovani disoccupati, qualcosa di simile alla popolazione di un grande paese".

Ocse: "In Italia l'11% dei giovani ha rinunciato a cercare lavoro" - E proprio oggi, giovedì 30 maggio, l'Ocse ha presentato il suo Piano d'azione sul lavoro, basata su dati di fine 2012. Dati in base ai quali l'Italia risulta quarta tra i Paesi Ocse per percentuale di disoccupati tra i giovani under 25, con un tasso che sfiora il 39%. Davanti al nostro Paese solo Grecia e Spagna, che superano ormai il 50%, e il Portogallo, che si attesta al 40%. Tra i giovani sotto i 25 anni, inoltre, secondo quanto dice all'Ansa il direttore divisione lavoro Ocse, Stefano Scarpetta, il 21,5% è senza lavoro e fuori da educazione e formazione (Neet) e tra questi l'11% è "scoraggiato, disilluso, non cerca neanche più un lavoro perché pensa che non ce ne sia".

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