Pd-M5S, polemica per il ddl anti-movimenti

Politica

Proposta dei democratici per consentire la partecipazione al voto solo a organizzazioni dotate di personalità giuridica. Grillo: "Se passa, non ci presentiamo". La replica: "Lo prevede la costituzione". Polemica tra Gabanelli e 5 Stelle sui fondi del blog

Un ddl presentato al Senato, che introduce la 'personalità giuridica' dei partiti politici, e un servizio televisivo sui proventi del blog di Grillo. Questi i temi caldi che accendono gli animi del Movimento 5 Stelle.
La proposta di legge, presentata a Palazzo Madama da Anna Finocchiaro, presidente della commissione Giustizia, e da Luigi Zanda, capogruppo del Pd, ricalca una proposta presentata nella scorsa legislatura ma, qualora passasse, costringerebbe il Movimento Cinque stelle a compiere una scelta radicale: o cambiare la propria fisionomia, trasformandosi in un partito politico vero e proprio, o rinunciare ad avere una rappresentanza in Parlamento. Un aut aut che Grillo rifiuta fino alle estreme conseguenze: "Se passa, disertiamo il voto". E lancia su Twitter l'hashtag #nonsiamounpartito. Contrario alla proposta del Pd il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "Non sono d'accordo - afferma parlando a Porta a Porta - Questo è un modo per far vincere le elezioni a Grillo e ai grillini".

Grillo: "Non diventeremo mai un partito"
- Grillo riprende la sua protesta in serata, intervenendo a un comizio ad Aosta.  "Vogliono farci diventare un partito e farci prendere i soldi, spartirceli, aprire delle sedi, fare come fanno loro. Noi i soldi non li prendiamo, non diventeremo mai un partito e vediamo chi la vince - dice - Se tolgono 10 milioni di persone al voto si devono assumere le responsabilità del caso".

La proposta di legge del Pd - Il Pd giura che il disegno di legge non è stato pensato per colpire il movimento di Grillo. "La proposta di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l'avversione del Pd per il Movimento 5 stelle", ha detto in un comunicato Finocchiaro. L'articolo 49 dice che "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". Il ddl, continua Finocchiaro "è infatti presentato nell'identico testo in cui venne depositato nella precedente legislatura, sia alla Camera che al Senato e riguarda tutti i partiti. Era (e resta) un pezzo di programma del Pd".
La proposta dei democratici prevede regole stringenti per le forze politiche, come quella di darsi uno statuto, pena, appunto, la mancata partecipazione alle elezioni. "L'acquisizione di personalità giuridica - si legge infatti nel testo - e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali". Nella stessa introduzione al disegno di legge i firmatari (oltre alla Finocchiaro il capogruppo Luigi Zanda, Nicola Latorre, Felice Casson e Carlo Pegorer) specificano che le norme introdotte "non impediranno a una semplice associazione o movimento di fare politica", ma il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l'accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle elezioni.

Grillo: "Se passa la legge noi non ci presentiamo" - Immediata la reazione di Grillo, che dal suo blog avverte: "Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S non si presenterà alle prossime elezioni". Nel caso in cui il ddl targato Zanda-Finocchiaro dovesse passare, "i partiti - rimarca il leader M5S - si prenderanno davanti  al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza  alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà".

Servizio della Gabanelli divide il M5S
- Intanto, la base del Movimento discute animatamente su un servizio della trasmissione Report, condotto dalla vincitrice delle "quirinarie" del M5S Milena Gabanelli, dal quale parte l'invito rivolto a Grillo e Casaleggio a fare chiarezza su alcuni aspetti del finanziamento del Movimento. I conti,  a detta di Report, non tornano e non sarebbe chiaro come vengano gestiti i proventi derivanti dall'attività del sito. I commentatori del blog (che non sono necessariamente attivisti del movimento) si dividono tra chi accusa la giornalista di "essere una troll pagata dal Pd" a chi invece chiede che Grillo risponda alle questioni poste dalla trasmissione. In giornata interviene la stessa Gabanelli, che chiede: "Il punto è uno: sono state dette cose false? Se è così siamo pronti a precisare". In serata sul blog di Grillo appare uno stringato comunicato: "I proventi degli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il MoVimento 5 Stelle. Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia."

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