I giudici accolgono un ricorso contro la legge elettorale: dubbi di costituzionalità sul premio di maggioranza e sul meccanismo delle liste bloccate. L'ultima parola spetterà alla Corte Costituzionale che dovrebbe esprimersi entro 6-7 mesi
Con una ordinanza pubblicata venerdì 17 dalla Corte di Cassazione è stata rinviata alla Consulta la decisione sulla legittimità della legge elettorale del 2005 denominata "Porcellum". I supremi giudici hanno espresso dubbi, in particolare, sul premio di maggioarnza alla Camera e al Senato e sul meccanismo delle liste bloccate. L'ultima parola sulla legge Calderoli spetterà dunque alla Consulta, che dovrebbe esprimersi entro 6-7 mesi.
La decisione dei giudici - La prima sezione civile della Suprema corte ha dichiarato "rilevante e non manifestatamente infondata" la questione di legittimità costituzionale del cosiddetto porcellum sollevata in via incidentale. Nel ricorso, presentato da un avvocato milanese, Aldo Bozzi, si chiedeva alla presidenza del Consiglio e al ministero dell'Interno i danni per non avere potuto esercitare "il proprio diritto di voto libero e diretto".
Il ricorso - Il tribunale civile di Milano prima e la corte d'appello poi avevano bocciato il ricorso che ritiene incostituzionale il meccanismo delle "liste bloccate". Secondo l'avvocato, infatti, impediscono all'elettore di esprimere le sue preferenze. Nel mirino del legale anche la presunta incostituzionalità dell'attuale premio di maggioranza nell'attribuzione dei seggi in Parlamento per il fatto che non prevede una soglia minima di voti, e perché viene attribuito con modalità diverse a Camera e Senato, contraddicendo l'esigenza di governabilità. La Cassazione, nel rinviare gli atti alla Consulta, ha accolto la fondatezza di questi rilievi.
Le posizioni politiche - La decisione dei giudici rischia di avere conseguenze anche sul piano politico, dal momento che la legge elettorale è uno dei nodi più spinosi nel programma di governo. Il partito di Berlusconi insiste che al Porcellum si dovrà mettere mano solo dopo la riforma della Costituzione (anche Veltroni apre al semipresidenzialismo). Ma Letta, concorde Quagliariello, ha ipotizzato una "clausola di salvaguardia", per evitare di tornare al voto con la legge "porcata". Durante il "ritiro" dei giorni scorsi a Spineto non si è parlato di reintrodurre il Mattarellum, come pure auspica una parte del Pd (Giachetti sta raccogliendo le firme per la convocazione straordinaria della Camera per accelerare su questa proposta), ma si è aperto anche a semplici modifiche del Porcellum sul premio di maggioranza.
La decisione dei giudici - La prima sezione civile della Suprema corte ha dichiarato "rilevante e non manifestatamente infondata" la questione di legittimità costituzionale del cosiddetto porcellum sollevata in via incidentale. Nel ricorso, presentato da un avvocato milanese, Aldo Bozzi, si chiedeva alla presidenza del Consiglio e al ministero dell'Interno i danni per non avere potuto esercitare "il proprio diritto di voto libero e diretto".
Il ricorso - Il tribunale civile di Milano prima e la corte d'appello poi avevano bocciato il ricorso che ritiene incostituzionale il meccanismo delle "liste bloccate". Secondo l'avvocato, infatti, impediscono all'elettore di esprimere le sue preferenze. Nel mirino del legale anche la presunta incostituzionalità dell'attuale premio di maggioranza nell'attribuzione dei seggi in Parlamento per il fatto che non prevede una soglia minima di voti, e perché viene attribuito con modalità diverse a Camera e Senato, contraddicendo l'esigenza di governabilità. La Cassazione, nel rinviare gli atti alla Consulta, ha accolto la fondatezza di questi rilievi.
Le posizioni politiche - La decisione dei giudici rischia di avere conseguenze anche sul piano politico, dal momento che la legge elettorale è uno dei nodi più spinosi nel programma di governo. Il partito di Berlusconi insiste che al Porcellum si dovrà mettere mano solo dopo la riforma della Costituzione (anche Veltroni apre al semipresidenzialismo). Ma Letta, concorde Quagliariello, ha ipotizzato una "clausola di salvaguardia", per evitare di tornare al voto con la legge "porcata". Durante il "ritiro" dei giorni scorsi a Spineto non si è parlato di reintrodurre il Mattarellum, come pure auspica una parte del Pd (Giachetti sta raccogliendo le firme per la convocazione straordinaria della Camera per accelerare su questa proposta), ma si è aperto anche a semplici modifiche del Porcellum sul premio di maggioranza.