Omofobia, Boldrini: "Riconoscere le unioni gay"

Politica

In occasione della giornata internazionale dell'Onu, Napolitano parla di "intollerabili aggressioni", mentre il presidente della Camera chiede di "punire chi incita l'odio contro gli omosessuali". Pietro Grasso: "Liberare gli omofobi dalle loro paure"

"Esprimo la mia vicinanza a quanti sono stati vittime di intollerabili aggressioni e a quanti subiscono episodi di discriminazione che hanno per oggetto il loro orientamento sessuale". A dirlo, in occasione della giornata mondiale contro l'Omofobia è Giorgio Napolitano, in un messaggio pubblicato sul sito del Quirinale. Dopo aver dedicato un pensiero particolare a quei giovani che hanno "subito odiosi atti di bullismo che, oltre ad aggravare le  manifestazioni di discriminazione, alimentano pregiudizi e dannosi stereotipi" il Capo dello Stato ha ribadito che "la denuncia e il contrasto  all'omofobia devono costituire un impegno fermo e costante non solo per le istituzioni ma per la società tutta."

Boldrini: "Riconoscere unioni gay" - Ancora più preciso l'intervento di Laura Boldrini, secondo cui "gli omosessuali devono veder riconosciute giuridicamente le loro unioni anche in Italia". Un riconoscimento delle unioni omosessuali "avviene in 19 Paesi europei - ha aggiunto il presidente della Camera - è l'Europa che ce lo chiede, non solo quindi in tema di rispetto di bilanci, ma sul versante dei diritti. Riconoscere diritti a chi non ne ha non significa toglierne ad altri". Boldrini chiede anche una legislazione più severa contro gli attacchi omofobi, "Bisogna punire chi incita l'odio contro gli omosessuali e chi si macchia di violenze nei loro confronti" dice il presidente della Camera, intervenendo alla cerimonia di celebrazione della Giornata internazionale contro l'omofobia.

Grasso: "Liberiamo gli omofobi dalle loro paure" - Sceglie invece l'arma del paradosso Piero Grasso che, intervenendo  al Palazzo della Minerva di Roma, sostiene di essere "veramente e umanamente preoccupato per gli omofobi. Liberiamoli dalle loro paure: vivranno  meglio loro e vivremo meglio tutti". Il presidente del Senato aggiunge poi che gli omofobi "sono cittadini meno uguali  degli altri. Diciamocelo: sono chiusi nel loro guscio, si frequentano  solo fra loro, non allargano i loro orizzonti e il cerchio delle loro amicizie, temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati all'università, gli spogliatoi delle palestre". Per il presidente del Senato, dunque, l'omofobia "è un  problema sociale che dobbiamo affrontare davvero, da subito, a partire dai più giovani. Una corretta educazione su questi temi la dobbiamo fare soprattutto per loro, per chi soffre di questa presunta fobia, per chi vive male, sopraffatto da una irrazionale paura, dal terrore di uscire da casa, dall'ansia di avere tra i compagni di scuola e di  lavoro, tra gli amici e i familiari, una persona omosessuale".

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