Il senatore a vita si è spento nella sua casa romana. Per 7 volte presidente del Consiglio, è stato uno dei protagonisti della politica italiana del XX secolo. Napolitano: "Giudicherà la storia"
Giulio Andreotti si è spento lunedì 6 maggio nella sua abitazione romana alle 12 e 25. Il 'Divo Giulio' aveva 94 anni, era nato il 14 gennaio del 1919. E' stato l'uomo di governo e di partito italiano più blasonato, sette volte alla guida dell'esecutivo, uno dei leader democristiani più votati. Ma per i suoi nemici e detrattori era "Belzebù", circondato da una fama di politico cinico e machiavellico.
Ci sono ombre nella carriera politica del Divo Giulio, culminate nei processi giudiziari. Quelle ombre sono evocate in gran parte dei messaggi di cordoglio, accanto all'esaltazione della caratura dello statista. Ma il giudizio spetta adesso alla storia, sottolineano in molti. Primo fra tutti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avversario di un tempo, che nel messaggio di vicinanza alla famiglia dello statista afferma: "Sulla sua lunga esperienza di vita e sull'opera da lui prestata in molteplici forme, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico".
Oltre ad essere stato 7 volte presidente del Consiglio, Andreotti ha ricoperto per 8 volte l'incarico di ministro della Difesa, cinque volte quello di ministro degli Esteri, due volte quello di ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria. E' stato una volta ministro del Tesoro e ministro dell'Interno, fino a sfiorare l'elezione al Quirinale, sfumata nel 1992 quando, all'indomani dell'attentato a Giovanni Falcone, il Parlamento elesse Oscar Luigi Scalfaro.
Martedì 7 maggio, l'ultimo saluto. In forma privata, secondo le sue volontà.
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Ci sono ombre nella carriera politica del Divo Giulio, culminate nei processi giudiziari. Quelle ombre sono evocate in gran parte dei messaggi di cordoglio, accanto all'esaltazione della caratura dello statista. Ma il giudizio spetta adesso alla storia, sottolineano in molti. Primo fra tutti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avversario di un tempo, che nel messaggio di vicinanza alla famiglia dello statista afferma: "Sulla sua lunga esperienza di vita e sull'opera da lui prestata in molteplici forme, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico".
Oltre ad essere stato 7 volte presidente del Consiglio, Andreotti ha ricoperto per 8 volte l'incarico di ministro della Difesa, cinque volte quello di ministro degli Esteri, due volte quello di ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria. E' stato una volta ministro del Tesoro e ministro dell'Interno, fino a sfiorare l'elezione al Quirinale, sfumata nel 1992 quando, all'indomani dell'attentato a Giovanni Falcone, il Parlamento elesse Oscar Luigi Scalfaro.
Martedì 7 maggio, l'ultimo saluto. In forma privata, secondo le sue volontà.
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