Influente e controverso, così la politica ricorda Andreotti

Politica
Giulio Andreotti giura al Quirinale nelle mani del capo dello stato, Giovanni Leone nel 1962

Dal minuto di silenzio alla Camera, al cordoglio di Napolitano, che dichiara: "Giudicherà la storia". Berlusconi: con lui sinistra indegna. Giulia Sarti (M5S): "E' morto il condannato prescritto per mafia"

Addio a Giulio Andreotti. A 94 anni muore il più longevo e blasonato dei politici italiani. Sette volte presidente del Consiglio. Uno dei leader democristiani più votati. Il 'Divo Giulio' per gli estimatori, 'Belzebu" per i detrattori. Da tempo malato, Andreotti si è spento il 6 maggio alle 12.25 nella sua casa romana. E l'Italia si è fermata a ricordarne luci e ombre, a raccontarne la storia, a citare i suoi fulminanti aforismi. "A parte le guerre puniche, mi attribuiscono di tutto", ha detto una volta Andreotti. "Giudicherà la storia", dice oggi Giorgio Napolitano. Martedì, l'ultimo saluto. In forma privata, secondo le sue volontà. Dall'amatissima abitazione di corso Vittorio a Roma, dove è stata allestita la camera ardente, la salma di Andreotti sarà portata nel pomeriggio di domani alla Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, per le esequie (i luoghi della Roma del senatore a vita).

"Protagonista della democrazia italiana, ininterrottamente presente nelle istituzioni, con lui se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant'anni di vita pubblica nazionale", scrive il presidente del Consiglio Enrico Letta, nell'esprimere alla famiglia Andreotti le sentite condoglianze di tutto il governo. Si fermano a ricordare il senatore a vita entrambe le Camere. Al Senato dai banchi del Movimento 5 Stelle si leva il coro "Vergogna, vergogna". A Montecitorio risuona invece l'intervento della presidente Laura Boldrini, che dichiara che l'Aula individuerà per il 7 volte presidente del Consiglio "forme e modi più appropriati per commemorare in maniera adeguata la figura dell'illustre parlamentare scomparso". Parole, queste seguite dall'intervento di Dario Franceschini: "Credo che il ricordo in aula - sottolinea - sarà un'occasione per ricordare fino in fondo l'importenza che Andreotti ha avuto. Come sempre, il tempo e la distanza consentono di valutare una persona con la maggior serenità possibile e il ricordo - conclude - sarà l'occasione per tutti di ricordare insieme ciò che Andreotti è stato per la politica italiana". Il video

Ci sono ombre nella carriera politica del Divo Giulio, culminate nei processi giudiziari. Quelle ombre sono evocate in gran parte dei messaggi di cordoglio, accanto all'esaltazione della caratura dello statista (lo storify). Ma il giudizio spetta adesso alla storia, sottolineano in molti. Primo fra tutti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avversario di un tempo, che nel messaggio di vicinanza alla famiglia dello statista afferma: "Sulla sua lunga esperienza di vita e sull'opera da lui prestata in molteplici forme, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico".

Andreotti viene ricordato da chi gli è stato più vicino in politica, come Paolo Cirino Pomicino: "Perdo un amico e un maestro di vita". Mentre Ciriaco De Mita sottolinea che "il dissidio, anche profondo" che li vide contrapposti nella Dc, "è stato sempre di natura politica e mai di carattere personale". "Ho condiviso anche momenti difficili della sua carriera politica - dice l'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu - Io ero capo della segreteria politica della Dc nei drammatici  giorni del sequestro Moro. E' stato un momento nel quale sperimentammo la sua enorme capacità di contemperare la ragione politica e le esigenze umane. Sicuramente lo  ricordo come uno degli esponenti politici piu' importanti dei  cattolici italiani". Romano Prodi ne ricorda la caratura da "statista". Massimo D'Alema parla di un "leader molto discusso" ma di cui "non si può negare" l'apertura al dialogo con le altre forze politiche. "Ha attraversato tutto e si sottopone a un giudizio che non può essere solo fiori ma anche qualche spina", ammette Pier Ferdinando Casini, che aggiunge: "E' stato la Democrazia Cristiana, pur non essendo stato mai stato segretario della Democrazia Cristiana". "Un grande uomo politico cristiano, ovviamente hanno cercato di infangarlo da vivo, ora cercheranno la 'damnatio memoriae'", prevede da Twitter Roberto Formigoni. "Valido servitore delle istituzioni" e "autorevole protagonista della vita politica italiana" scrive il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, in un messaggio inviato alla moglie, Livia Danese.

Tra ricordi di ieri e questioni dell'oggi, è Silvio Berlusconi a tracciare un parallelo tra sé e il 'Divo Giulio': "Contro la sua persona, la sinistra ha sperimentato una forma di lotta indegna di un Paese civile, basata sulla demonizzazione dell'avversario e sulla persecuzione giudiziaria: un calvario che Andreotti ha superato con dignità e compostezza, uscendone vincitore. Quello usato contro di lui è un metodo che conosciamo bene, perché la sinistra dell'odio e dell'invidia - spiega ancora il Cavaliere - ha continuato a metterlo in campo anche contro l'avversario che non riusciva a battere nelle urne".
E mentre il web si scatena in critiche verso 'Belzebu", sono invece composti anche i messaggi dei politici più critici verso Andreotti, come Di Pietro, Ingroia e anche il M5S, che con Giulia Sarti scrive: "E' morto il condannato prescritto per mafia". Definitivo Oliviero Diliberto: "Era un avversario di livello, oggi i nostri avversari sono degli omuncoli, come d'altro canto anche noi". Ecco, invece, come la stampa straniera ricorda lo statista scomparso all'età di 94 anni (il video):

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