Quirinale, nel Pd si fa strada il nome di Prodi

Politica

Dopo la bocciatura alla prima votazione di Franco Marini, gli elettori democratici si riuniscono di nuovo questa mattina: Renzi non partecipa. Monti punta su Cancellieri. RASSEGNA STAMPA

Dopo la disfatta di Bersani sul nome di Franco Marini, candidato al Colle condiviso di Pd e Pdl, oggi 19 aprile, il Pd riunisce i suoi Grandi Elettori per scegliere il nuovo candidato. Bersani sarebbe intenzionato a proporre il nome di Romano Prodi. Decisiva sarà la componente renziana: "Non ho mai chiuso a Prodi" ha detto ieri il sindaco di Firenze che ha incontrato i suoi a Roma, ma non partecipa all'assemblea degli elettori. Il Pd ha anche chiesto il rinvio di qualche ora del quarto scrutinio, nel quale è sufficiente la maggioranza assoluta di 504 voti. Si decide stamattina se il voto odierno slitterà a domani.
Il Movimento Cinque Stelle da parte sua continuerà ad appoggiare Stefano Rodotà, mentre Monti propone Anna Maria Cancellieri.

Intanto sui quotidiani in edicola, abbondando retroscena e possibili scenari futuri nell'elezione del Capo dello Stato, dopo che Marini  è stato bocciato senza appello alla prima votazione, in cui si è fermato a 521 voti, lontano dal quorum.

"No a Marini, sale la candidatura di Prodi" titola il Corriere della Sera che in un retroscena di Francesco Verderami racconta la rabbia del Cavaliere (“Bersani mi aveva dato precise garanzie sui voti per Marini”), mentre, sempre sul quotidiano di via Solferino, Maria Teresa Meli parla di un Bersani intenzionato a giocare la "carta Prodi", ma sullo sfondo si profilerebbe la "sfida con D’Alema".

"Marini salta, ora Bersani punta su Prodi" è anche il titolo de La Repubblica. Secondo Francesco Bei, Bersani avrebbe chiamato ieri notte direttamente Berlusconi per riproporgli prima Cassese e poi Mattarella, ma di fronte ai rifiuti netti del Cavaliere, "la trattativa si è chiusa" e il nome di Prodi è "diventato l’unica opzione".

Punta invece sulle divisioni interne ai democratici il Giornale che titola "Esplode il Pd" e nel catenaccio: "Bersani addio, Renzi ora tenta il golpe". Secondo il direttore Alessandro Sallusti, "Renzi vuole impedire che Berlusconi salvi Bersani", "Grillo vuole impedire sia l’accordo Berlusconi-Bersani che l’ascesa di Renzi", e "su tutto ciò vola sempre più basso l’avvoltoio Prodi".

Fa autocritica l’Unità che titola "Cade Marini, si cambia strada" e il direttore Claudio Sardo, in un editoriale dal titolo "La sconfitta e il dovere" scrive: "Una personalità come Marini è stata esposta a un risultato che non meritava, sul piano umano e su quello politico", "il gruppo dirigente ha sbagliato" e "consumato uno strappo con una parte attiva del suo popolo".

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