Bersani dice no al governissimo, ma pronto a farsi da parte

Politica

Il segretario del Pd respinge l'ipotesi di un esecutivo "che viva di equilibrisimo e di precarie composizioni". Intanto gli industriali lanciano l'allarme: "Se si torna al voto noi portiamo i libri in tribunale". La rassegna stampa

Dopo le aperture dei giorni scorsi di Dario Franceschini e di altri esponenti del Pd a un possibile accordo per un governo con il Pdl, dal segretario Bersani arriva, tramite una lettera inviata a La Repubblica, una chiusura sull'ipotesi del cosiddetto governissimo. "Ci vuole un governo, certamente" scrive al quotidiano romano Bersani, "ma un governo che possa agire univocamente, che possa rischiare qualcosa, che possa farsi percepire nella dimensione reale, nella vita comune dei cittadini. On un governo che viva di equilibrismi, di precarie composizioni di forze contrastanti, di un cabotaggio giocato solo nel circuito politico-mediatico".

Bersani pronto a farsi da parte
- Ma Bersani rifiuta nel suo messaggio anche l'idea di tenere imbrigliato il Pd nelle sue ambizioni personali. Rispondendo a una battuta di Eugenio Scalfari sulla tenacia con cui porta avanti la sua candidatura, il segretario del Pd scrive che non intende "certo essere di intralcio. Esistono altre proposte che, in un Paese in tumulto, non contraddicano l'esigenza di cambiamento e che prescindano dalla mia persona? Nessun problema a sostenerla".

Il girdo d'allarme delle imprese - Ed è proprio al Paese in crisi che invece dedicano le loro apertura gli altri quotidiani in edicola. Il Corriere della Sera riporta il grido di allarme degli industriali italiani. "Noi chiudiamo, voi discutere del prezzo del caffè alla buvette" è l'accusa lanciata al mondo della politica da Maurizio Marchesini, presidente della Confindustria dell'Emilia Romagna. "Nella mappa dell'imprenditoria italiana" scrive Dario Di Vico nell'articolo di apertura del Corriere, "gli emiliani vengono considerati da sempre dei moderati. Ma adesso il loro sentimento sta cambiando". La crisi morde senza pietà anche le aziende più sane e gli industriali emiliani sono pronti a portare il loro disagio al convegno della Confindustria di Torino. "Se qualcuno pensa di andare a nuove elezioni" conclude Marchesini" sappia che nel frattempo noi saremo costretti a portare i libri in tribunale".

Licenziati in prima pagina sui giornali - Una crisi sempre più profonda, tema dominante di quasi tutti i giornali. "Lavoro, un milione di licenziati" titola il Messaggero di Roma, riportando i dati del ministero del Lavoro sui contratti terminati nel corso del 2012. Un tema, quello dei licenziamenti che per la Stampa di Torino è una "nuova emergenza". "Un milione di licenziati" è anche il titolo di apertura dell'Unità, che ricorda come sabato prossimo il Pd organizzerà una manifestazione a Roma contro la povertà.

Sul Giornale inchiesta sui marò
- GiuliIl milione di licenziati nel 2012, diventano in un sarcastico titolo del Giornale "un successo di Monti". Nel suo editoriale, il vicedirettore Nicola Porro elenca tutti i numeri della drammatica situazione economica italiana : "pressione fiscale salita al 52%. Consumi crollati. Pil sceso più del 2%. Nel medesimo sciagurato anno, 80mila italiani sono scappati all'estero". Ma il titolo di apertura del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti è dedicato alla vicenda dei due marò arrestati in India, ai quali il Giornale ha dedicato un'inchiesta che sarà allegata con il numero in edicola martedì. E ad accompagnare l'uscita, un articolo firmato dall'ex ministro degli Esteri Guido Terzi dal titolo "vi racconto la verità sui marò e gli errori del nostro governo".

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