Via libera dell'Assemblea regionale siciliana, che martedì 19 marzo aveva approvato il maxi-emendamento. Il governatore Crocetta: "Una conseguenza naturale di ciò che prevedeva il nostro Statuto"
La Sicilia è la prima regione in Italia ad abolire le Province. L'Assemblea regionale, dopo aver approvato un maxi-emendamento (Pd, Udc e Lista Crocetta) che cancella le elezioni e sostituisce i nove enti con liberi consorzi di comuni, ha dato il via libera al provvedimento.
A favore hanno votato anche i deputati grillini, che parlano di vittoria del 'modello Sicilia', rilanciando dunque l'alleanza, non formale ma sui contenuti, che piace tanto al loro leader Beppe Grillo. Contrario all'abolizione delle Province, il Pdl che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi.
"Le Province - ha detto il governatore siciliano Crocetta - sono elementi di sovvrapposizone intermedia rispetto all'esercizio della democrazia che il nostro legislatore costituente, la Regione, ha inteso affidare ai Comuni e non stiamo facendo nulla che non sia una conseguenza naturale dello Statuto. Trovo persino anomalo che qui dentro si faccia riferimento continuamente al commissario dello Stato, un autocensura di un organismo che dovrebbe rappresentare l'autonomia dei Sicilia, svenduto a coloro che non avrebbero il diritto di controllare le leggi del nostro Parlamento".
A favore hanno votato anche i deputati grillini, che parlano di vittoria del 'modello Sicilia', rilanciando dunque l'alleanza, non formale ma sui contenuti, che piace tanto al loro leader Beppe Grillo. Contrario all'abolizione delle Province, il Pdl che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi.
"Le Province - ha detto il governatore siciliano Crocetta - sono elementi di sovvrapposizone intermedia rispetto all'esercizio della democrazia che il nostro legislatore costituente, la Regione, ha inteso affidare ai Comuni e non stiamo facendo nulla che non sia una conseguenza naturale dello Statuto. Trovo persino anomalo che qui dentro si faccia riferimento continuamente al commissario dello Stato, un autocensura di un organismo che dovrebbe rappresentare l'autonomia dei Sicilia, svenduto a coloro che non avrebbero il diritto di controllare le leggi del nostro Parlamento".