Dalla mattina di mercoledì 20 marzo inizia la due giorni in vista della formazione di un nuovo esecutivo. Attesa per Grillo e Casaleggio al Colle. Intanto i presidenti di Senato e Camera decidono di tagliarsi il 30% degli stipendi
E' il momento di Napolitano. E' al palazzo del Quirinale che si trasferisce la difficile partita per la formazione del governo. E' lì che il presidente della Repubblica, a partire dalla mattina di mercoledì 20 dicembre, svolgerà le sue consultazioni; ed è lì che, al termine del giro di orizzonte con le forze politiche, convocherà il presidente del consiglio incaricato.
A salire lo scalone che porta allo studio di Napolitano saranno prima i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini, poi le delegazioni dei gruppi parlamentari: mercoledì 20 i partiti più piccoli, giovedì 21 le forze maggiori.
Grillo e Casaleggio alle consultazioni - Per i cinquestelle ci saranno Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, per la prima volta a colloquio con il presidente della Repubblica.
Il centrodestra si presenterà con una delegazione unica composta da Pdl e Lega, anche per smentire le voci di divisioni.
A chiudere la sfilata, giovedì pomeriggio, sarà il Pd, il partito che rivendica per sé l'incarico.
Bersani: "Fiducia in Napolitano" - Napolitano è consapevole delle difficoltà. Grillo dirà a Napolitano che non ha la minima intenzione di farsi coinvolgere nella formazione del governo: quelli delle cinque stelle sono disponibili a votare i provvedimenti di loro gradimento, volta per volta, e niente di più.
Ma Bersani, che dice di avere "grandissima fiducia" nel capo dello Stato, non si dà per vinto: sull'onda del colpo messo a segno con l'elezione dei nuovi presidenti delle Camere, chiederà comunque a Napolitano di affidargli l'incarico, come leader della coalizione che ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato.
Bersani andrà alle consultazioni con la proposta già votata dalla direzione del Pd: spiegherà a Napolitano di voler cercare in Parlamento i consensi delle forze disposte ad appoggiare il suo programma in otto punti.
Per riuscirci il leader Pd ha intenzione di replicare la mossa usata a Montecitorio e a Palazzo Madama : nomi nuovi e fuori dagli schemi. "Stiamo facendo girare la ruota", dice il leader Pd tirando una bilancio dell'elezione dei nuovi vertici delle Camere e dei capigruppo dl partito.
La timida apertura di Maroni - Bersani spera che che anche la Lega Nord si faccia convincere a non staccare la spina della legislatura. I contatti ci sono stati, ma Maroni ha deciso di blindare il suo patto con il Pdl: "Non faremo nulla contro la coalizione", assicura Maroni. Che però aggiunge, lasciando aperto un minimo spiraglio : "Come governatore della Lombardia voglio un governo che mi dia risposte".
Difficile, però, che la Lega si faccia convincere da un governo guidato da Bersani con innesti di personalità ben viste dai grillini (Rodotà, Saviano, Settis, tanto per citare i nomi che circolano maggiormente). La linea del centrodestra è un'altra: strappare al Pd l'assicurazione che dopo Napolitano il Quirinale andrà a un esponente del centrodestra, e dar vita a un governo di larghe intese, escludendo i grillini.
Grasso e Boldrini si tagliano il 30% delle loro attribuzioni - Intanto, dai presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, arrivano novità significative sul taglio dei costi della politica. Entrambi hanno deciso infatti di adottare da subito una riduzione delle attribuzioni ad essi spettanti, per un importo complessivo del trenta per cento.
Analoga riduzione sarà proposta per i titolari delle altre cariche interne in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste, alcune delle quali potrebbero essere del tutto soppresse, quali ad esempio i fondi per spese di rappresentanza.
A salire lo scalone che porta allo studio di Napolitano saranno prima i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini, poi le delegazioni dei gruppi parlamentari: mercoledì 20 i partiti più piccoli, giovedì 21 le forze maggiori.
Grillo e Casaleggio alle consultazioni - Per i cinquestelle ci saranno Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, per la prima volta a colloquio con il presidente della Repubblica.
Il centrodestra si presenterà con una delegazione unica composta da Pdl e Lega, anche per smentire le voci di divisioni.
A chiudere la sfilata, giovedì pomeriggio, sarà il Pd, il partito che rivendica per sé l'incarico.
Bersani: "Fiducia in Napolitano" - Napolitano è consapevole delle difficoltà. Grillo dirà a Napolitano che non ha la minima intenzione di farsi coinvolgere nella formazione del governo: quelli delle cinque stelle sono disponibili a votare i provvedimenti di loro gradimento, volta per volta, e niente di più.
Ma Bersani, che dice di avere "grandissima fiducia" nel capo dello Stato, non si dà per vinto: sull'onda del colpo messo a segno con l'elezione dei nuovi presidenti delle Camere, chiederà comunque a Napolitano di affidargli l'incarico, come leader della coalizione che ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato.
Bersani andrà alle consultazioni con la proposta già votata dalla direzione del Pd: spiegherà a Napolitano di voler cercare in Parlamento i consensi delle forze disposte ad appoggiare il suo programma in otto punti.
Per riuscirci il leader Pd ha intenzione di replicare la mossa usata a Montecitorio e a Palazzo Madama : nomi nuovi e fuori dagli schemi. "Stiamo facendo girare la ruota", dice il leader Pd tirando una bilancio dell'elezione dei nuovi vertici delle Camere e dei capigruppo dl partito.
La timida apertura di Maroni - Bersani spera che che anche la Lega Nord si faccia convincere a non staccare la spina della legislatura. I contatti ci sono stati, ma Maroni ha deciso di blindare il suo patto con il Pdl: "Non faremo nulla contro la coalizione", assicura Maroni. Che però aggiunge, lasciando aperto un minimo spiraglio : "Come governatore della Lombardia voglio un governo che mi dia risposte".
Difficile, però, che la Lega si faccia convincere da un governo guidato da Bersani con innesti di personalità ben viste dai grillini (Rodotà, Saviano, Settis, tanto per citare i nomi che circolano maggiormente). La linea del centrodestra è un'altra: strappare al Pd l'assicurazione che dopo Napolitano il Quirinale andrà a un esponente del centrodestra, e dar vita a un governo di larghe intese, escludendo i grillini.
Grasso e Boldrini si tagliano il 30% delle loro attribuzioni - Intanto, dai presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, arrivano novità significative sul taglio dei costi della politica. Entrambi hanno deciso infatti di adottare da subito una riduzione delle attribuzioni ad essi spettanti, per un importo complessivo del trenta per cento.
Analoga riduzione sarà proposta per i titolari delle altre cariche interne in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste, alcune delle quali potrebbero essere del tutto soppresse, quali ad esempio i fondi per spese di rappresentanza.