Il senatore Pdl critica la sorella del ragazzo morto in carcere a Roma, candidata nelle liste di Rivoluzione civile. E aggiunge: "A picchiare Stefano sono stati i suoi amici spacciatori". La replica: "Ha superato ogni limite"
"E' evidente che Ilaria Cucchi sta sfruttando la tragedia del fratello". Queste le parole di Carlo Giovanardi a proposito della scelta della sorella di Stefano Cucchi di candidarsi nelle liste di Rivoluzione civile (LO SPECIALE ELEZIONI). E' lui che "sta facendo campagna elettorale sulla morte di mio fratello" risponde Cucchi. E aggiunge: "Ha superato ogni limite. Non permetto che si infanghi il nome di mio fratello, rinnovando il dolore dei miei genitori"
Giovanardi: "Cucchi è stato picchiato dai suoi amici spacciatori" - Il senatore Pdl, ai microfoni di Radio 24, interviene sul discusso caso di Stefano Cucchi, morto in ospedale a Roma nel 2009 dopo essere stato arrestato con l'accusa di spaccio.
"Tutte le perizie sul caso -aggiunge Giovanardi - arrivano alla conclusione che non c'è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori. Tre poveri agenti di custodia sono massacrati da quattro anni perché dappertutto è stato detto che lui è stato massacrato di botte e il processo invece sta dimostrando il rovescio, cioè che è morto perché era debole, aveva una serie di patologie. Ha fatto lo sciopero della fame e i medici invece di curarlo l'hanno lasciato morire prendendo per buona la volontà di una persona che non sapeva gestirsi".
Gli agenti sotto processo sono, secondo Giovanardi, "tre poveri cristi che lavorano per 1200 euro al mese e subiscono un processo su un'accusa costruita sul nulla". Su Ilaria Cucchi Giovanardi aggiunge: "Come succede sempre in Italia su fatti come questi, si costruisce una carriera politica e la sorella è diventata capolista di un partito".
Ilaria Cucchi: "Ha superato ogni limite" - Ilaria Cucchi, candidata di Rivoluzione Civile, respinge le accuse al mittente. "Giovanardi sta facendo campagna elettorale sulla morte di mio fratello" e per questo "non merita risposta alcuna". Poi, la replica sdegnata. "Ha superato tutti i limiti, ho incaricato il mio avvocato di procedere contro di lui". Su di me, aggiunge, "possono dire tutto, ma non permetto che si infanghi il nome di mio fratello, rinnovando il dolore dei miei genitori". Giovanardi, conclude "non sa di cosa sta parlando, ignora le carte processuali".
Il caso Cucchi - Stefano Cucchi fu arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morì una settimana dopo all'ospedale Pertini di Roma. Il processo per accertare le cause della morte ed eventuali responsabilità da parte dei medici dell'ospedale Pertini di Roma è ancora in corso.
Il 30 gennaio 2013 la Corte che giudica la posizione di sei medici, tre infermieri e tre agenti penitenziari, su sollecitazione della parte civile (che ha portato una sentenza della Corte Europa dei Diritti dell'Uomo) ha invitato le parti a proporre eventuali ulteriori mezzi di prova. Il deposito di una consulenza dell'esperto del caso Aldrovandi, professore Gaetano Thiene, massimo esperto di morti improvvise, sarà chiesto alla prossima udienza dalla parte civile; eventuali nuove testimonianze dalle altre parti. E così, quella che prevedeva solo il controesame dei periti incaricati dalla Corte di stabilire le cause della morte di Cucchi rischia di diventare foriera di novità. Tutto questo perché l'esito della perizia potrebbe portare a una possibile derubricazione in omicidio colposo dell'iniziale accusa di abbandono d'incapace contestata, tra l'altro, a quasi tutti i medici.
Il parere dei periti - I periti, guidati dal professor Marco Grandi, dell'Istituto Labanof di Milano, sollecitati dalle domande delle difese, hanno completato l'illustrazione degli esiti dei loro accertamenti.
"In cinque giorni Stefano ha perso dieci chili, e con quella perdita non si può andare avanti" ha detto Gaetano Iapichino, uno dei tecnici. "Cucchi aveva bisogno di un monitoraggio perché aveva aritmie e aveva anche bisogno di essere rialimentato". E questo, riferendosi alla sindrome da inanizione, ovvero da malnutrizione, che secondo i periti fu la causa della morte. "Era opportuno - ha aggiunto Grandi - che dal pomeriggio del 19 ottobre si prendesse in considerazione il trasferimento di Cucchi in una struttura ospedaliera più adeguata". In pratica, per i periti "segni dell'inizio del 'punto di non ritorno' si hanno con gli esami del 19 ottobre che davano una situazione di estrema allerta. Se Cucchi fosse stato monitorato e trasferito in un reparto di terapia intensiva avrebbe avuto probabilità di sopravvivere. Il 21 ottobre, le possibilità di recupero si annullarono".
Giovanardi: "Cucchi è stato picchiato dai suoi amici spacciatori" - Il senatore Pdl, ai microfoni di Radio 24, interviene sul discusso caso di Stefano Cucchi, morto in ospedale a Roma nel 2009 dopo essere stato arrestato con l'accusa di spaccio.
"Tutte le perizie sul caso -aggiunge Giovanardi - arrivano alla conclusione che non c'è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori. Tre poveri agenti di custodia sono massacrati da quattro anni perché dappertutto è stato detto che lui è stato massacrato di botte e il processo invece sta dimostrando il rovescio, cioè che è morto perché era debole, aveva una serie di patologie. Ha fatto lo sciopero della fame e i medici invece di curarlo l'hanno lasciato morire prendendo per buona la volontà di una persona che non sapeva gestirsi".
Gli agenti sotto processo sono, secondo Giovanardi, "tre poveri cristi che lavorano per 1200 euro al mese e subiscono un processo su un'accusa costruita sul nulla". Su Ilaria Cucchi Giovanardi aggiunge: "Come succede sempre in Italia su fatti come questi, si costruisce una carriera politica e la sorella è diventata capolista di un partito".
Ilaria Cucchi: "Ha superato ogni limite" - Ilaria Cucchi, candidata di Rivoluzione Civile, respinge le accuse al mittente. "Giovanardi sta facendo campagna elettorale sulla morte di mio fratello" e per questo "non merita risposta alcuna". Poi, la replica sdegnata. "Ha superato tutti i limiti, ho incaricato il mio avvocato di procedere contro di lui". Su di me, aggiunge, "possono dire tutto, ma non permetto che si infanghi il nome di mio fratello, rinnovando il dolore dei miei genitori". Giovanardi, conclude "non sa di cosa sta parlando, ignora le carte processuali".
Il caso Cucchi - Stefano Cucchi fu arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morì una settimana dopo all'ospedale Pertini di Roma. Il processo per accertare le cause della morte ed eventuali responsabilità da parte dei medici dell'ospedale Pertini di Roma è ancora in corso.
Il 30 gennaio 2013 la Corte che giudica la posizione di sei medici, tre infermieri e tre agenti penitenziari, su sollecitazione della parte civile (che ha portato una sentenza della Corte Europa dei Diritti dell'Uomo) ha invitato le parti a proporre eventuali ulteriori mezzi di prova. Il deposito di una consulenza dell'esperto del caso Aldrovandi, professore Gaetano Thiene, massimo esperto di morti improvvise, sarà chiesto alla prossima udienza dalla parte civile; eventuali nuove testimonianze dalle altre parti. E così, quella che prevedeva solo il controesame dei periti incaricati dalla Corte di stabilire le cause della morte di Cucchi rischia di diventare foriera di novità. Tutto questo perché l'esito della perizia potrebbe portare a una possibile derubricazione in omicidio colposo dell'iniziale accusa di abbandono d'incapace contestata, tra l'altro, a quasi tutti i medici.
Il parere dei periti - I periti, guidati dal professor Marco Grandi, dell'Istituto Labanof di Milano, sollecitati dalle domande delle difese, hanno completato l'illustrazione degli esiti dei loro accertamenti.
"In cinque giorni Stefano ha perso dieci chili, e con quella perdita non si può andare avanti" ha detto Gaetano Iapichino, uno dei tecnici. "Cucchi aveva bisogno di un monitoraggio perché aveva aritmie e aveva anche bisogno di essere rialimentato". E questo, riferendosi alla sindrome da inanizione, ovvero da malnutrizione, che secondo i periti fu la causa della morte. "Era opportuno - ha aggiunto Grandi - che dal pomeriggio del 19 ottobre si prendesse in considerazione il trasferimento di Cucchi in una struttura ospedaliera più adeguata". In pratica, per i periti "segni dell'inizio del 'punto di non ritorno' si hanno con gli esami del 19 ottobre che davano una situazione di estrema allerta. Se Cucchi fosse stato monitorato e trasferito in un reparto di terapia intensiva avrebbe avuto probabilità di sopravvivere. Il 21 ottobre, le possibilità di recupero si annullarono".