Non ci sarà un decreto per consentire agli studenti all'estero di votare. Lo ha deciso il governo che ha affrontato il problema dopo le proteste su Facebook: "Un provvedimento sarebbe stato impossibile per questioni di tempo e costituzionalità"
Gli studenti italiani che stanno seguendo il programma Erasmus non potranno votare dall'estero per le prossime elezioni: lo ha stabilito martedì 22 gennaio il Consiglio dei ministri, parlando di "difficoltà insuperabili" e rimandando la questione a una "prossima riforma elettorale".
Gli ostacoli al decreto - Secondo il governo, un decreto ad hoc per gli studenti Erasmus sarebbe stato impossibile sia per questioni di tempo, ma anche e soprattutto per problemi di "costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus - escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all'estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus - come nuova categoria di elettori temporanei", dice un comunicato di Palazzo Chigi emesso al termine del Consiglio dei ministri. "La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione".
Il gruppo su Facebook: "La nostra protesta non finisce qui" - "Ci sentiamo comunque in dovere di ringraziare per l'attenzione che ci è stata dedicata", si legge in un post sulla pagina Facebook che nei giorni scorsi ha dato il via alla protesta innescando il dibattito. "Continueremo a lottare finché questa legge non verrà modificata", promettono poi gli studenti".
Gli ostacoli al decreto - Secondo il governo, un decreto ad hoc per gli studenti Erasmus sarebbe stato impossibile sia per questioni di tempo, ma anche e soprattutto per problemi di "costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus - escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all'estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus - come nuova categoria di elettori temporanei", dice un comunicato di Palazzo Chigi emesso al termine del Consiglio dei ministri. "La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione".
Il gruppo su Facebook: "La nostra protesta non finisce qui" - "Ci sentiamo comunque in dovere di ringraziare per l'attenzione che ci è stata dedicata", si legge in un post sulla pagina Facebook che nei giorni scorsi ha dato il via alla protesta innescando il dibattito. "Continueremo a lottare finché questa legge non verrà modificata", promettono poi gli studenti".