Pdl, braccio di ferro sulle liste. Cosentino non ci sta

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Dopo le parole di Berlusconi a SkyTG24 ("faccia un passo indietro"), l'ex sottosegretario avrebbe minacciato di far saltare decine di giunte in Campania. Protesta anche Papa: "Non ritiro la mia candidatura". Minzolini corre per il Senato in Liguria

Nicola Cosentino non molla: vuole essere candidato anche a costo di spaccare il Pdl. L'operazione 'liste pulite', voluta da Angelino Alfano e sostenuta da Silvio Berlusconi, rischia di infrangersi contro l'ostinazione dell'ex sottosegretario. A 12 ore dalla consegna dei nomi proseguono a oltranza le riunioni a Palazzo Grazioli.
Sarebbe una sconfitta per il Cavaliere che domenica mattina, ospite di SkyTg24, si è sbilanciato, chiedendo apertamente "un atto di generosità" al parlamentare campano che - parole di Berlusconi - rimane ancora "sub judice". E proprio nel giorno in cui Marcello Dell'Utri ha confermato che lui non ci sarà.

L'area vicina al governatore Stefano Caldoro è pronta ad un gesto estremo di rottura: uscire dal partito. Lo stesso Caldoro è arrivato a Roma, mentre era in corso la riunione sulle liste, per esporre il suo punto di vista e 'tamponare' Cosentino che - viene raccontato - sarebbe arrivato a minacciare di ritirare una cinquantina di consiglieri locali a lui fedeli e far cadere decine di giunte.

"Mettetemi in lista o vi rovino" sarebbe infatti la minaccia di Cosentino secondo i retroscena di alcuni quotidiani. "Ritiro i miei consiglieri – avrebbe detto Cosentino secondo la ricostruzione di Repubblica - e faccio saltare decine di giunte in Campania: poi vi faccio perdere le elezioni. Lo capite o no che per darla vinta a quattro giustizialisti io finisco in galera".
"Io sono un simbolo della malagiustizia e proprio tu, presidente, non puoi cedere al giustizialismo. Io finirei in carcere", è la ricostruzione delle parole del sottosegretario fatta anche da La Stampa.

Ci sono poi gli altri candidati del Pdl campano "rimasti a casa". Si tratta di ex parlamentari che - riferiscono fonti campane - avevano stretto "un patto tra gentiluomini con Cosentino": il deputato casertano avrebbe dovuto perorare la loro causa nel corso del vertice di Palazzo Grazioli sulla base del "o tutti dentro o tutti fuori". "Alla fine sta salvando soltanto sé stesso, tradendo il nostro gentlemen agreement", spiega una fonte all'Ansa.

Tra i campani non manca chi protesta, come Alfonso Papa o Mario Landolfi. Proprio Papa con una nota al vetriolo ha replicato a Berlusconi che in tv lo aveva di fatto già escluso: "Non intendo ritirare la mia candidatura - scrive - Sia Silvio Berlusconi e solo lui ad assumersi una tale responsabilità di tipo politico, culturale e storico". Insomma, il criterio di selezione sia generale. Una frecciata ad Alfano ma anche al coordinatore regionale Nitto Palma che "ha diviso il partito".

Berlusconi è determinato ad andare avanti, dando ascolto a chi gli fa notare che non avrebbe senso lanciare l'operazione 'liste pulite' per poi "lasciare candidato il nome più pesante ed attaccabile", quello di Cosentino.”Vogliono cacciarmi per quello che dicono i sondaggi” la dichiarazione riportata sul Mattino.

Ma nel Pdl non c'è solo la questione Campania. Sono molti i malumori sul territorio per i 'paracadutati', ovvero i candidati imposti da Roma, come l'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini che si sarebbe conquista un posto per il Senato in Liguira.
Berlusconi sa che la battaglia al Senato sarà dura e vuole affianco a se una pattuglia di fedelissimi di cui fidarsi. Per questo sta cercando di sistemarli in 'posti' sicuri. E si allunga anche la lista degli esclusi. Sul libro nero sarebbero finiti molti ex An. Tra questi Contento, Urso, Saltamartini, Ronchi, Augello, Saglia e Laffranco. I posti sono pochi e si deve trovare spazio anche agli esponenti della società civile, annunciati da Berlusconi e che, secondo alcune stime, sarebbero almeno una quindicina. Sembra tramontare, invece, la candidatura di Flavio Briatore in Sardegna.
Scade alle 20.30 di oggi 21 febbraio il termine di presentazione delle liste.

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