Leoluca Orlando (Rivoluzione civile) rivela: “Ci hanno chiesto di non presentare le nostre liste al Senato”. Il Partito democratico nega: “Nessun negoziato, distanza abissale”. E Bersani apre a Monti: “Patto per le riforme, non per uno scambio di favori”
Nello scontro, ancora durissimo, tra il Cavaliere e il Professore, la strategia, annunciata da Pier Luigi Bersani al Washington Post, è di "restare a guardare". In realtà, soprattutto nelle regioni in bilico, come Lombardia, Campania e Sicilia, i democrats provano a contenere i danni sia della lista Monti sia del movimento di Ingroia. Ma il tentativo di convincere gli arancioni a non presentarsi al Senato in Campania e Sicilia, sembra destinato a fallire ed il patto di desistenza, annunciato da Leoluca Orlando dopo un confronto con Dario Franceschini, viene smentito sia dal capogruppo sia da Enrico Letta.
A 40 giorni dal voto, il quadro che emerge da quasi tutti i sondaggi lascia poco spazio al facile ottimismo. La risalita del Pdl, così come il nuovo accordo tra Pdl e Lega in Lombardia, insidia la vittoria con il premio di maggioranza al Senato nelle regioni in bilico. Il paradosso è che in Campania e in Sicilia ad erodere voti nel campo del centrosinistra, e a rendere la strada ancora più in salita, è la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che, grazie ai sindaci Luigi De Magistris e Leoluca Orlando, ha in queste regioni il vero bacino potenziale di elettori.
Orlando: “Pd propone accordo di desistenza” - Per questo negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti per cercare di disinnescare la lista di Ingroia al Senato. L'ultimo tentativo è stato fatto lunedì 14 gennaio da Dario Franceschini con il sindaco di Palermo. Ma i contenuti del confronto sono raccontati in modo diametralmente opposto: Orlando spiega che il Pd ha proposto "un accordo di desistenza" perché "molto preoccupato per la continua crescita della nostra lista 'Rivoluzione civile"'.
Il Pd: “Nessun negoziato” - Nessun negoziato con gli arancioni, smentiscono poco dopo sia il capogruppo Pd sia Enrico Letta, ma solo, spiega Franceschini, "una semplice constatazione aritmetica più che politica": la lista Ingroia in Lombardia, Sicilia e Campania rischia solo di far vincere il centrodestra e il nemico numero 1 Silvio Berlusconi. Fonti Pd spiegano che, più che una proposta di accordo, il Pd ha fatto "un atto unilaterale, un appello alla responsabilità” invitando al ritiro della lista al Senato almeno in Sicilia "dove - sostengono al Pd - neanche è detto che Ingroia raggiunga la soglia dell'8 per cento".
Bersani guarda a una collaborazione con Monti - Difficile che il movimento arancione desista proprio nelle regioni in cui è forte. E non solo perché Luigi De Magistris si dichiara "fermamente contrario". Le prove di accordo tra Pd e Ingroia sono fallite settimane fa ancora prima di cominciare e, come dice Enrico Letta, "c'è una distanza abissale" tra le posizioni. La linea del Pd, ribadita da Bersani nell'intervista con il quotidiano statunitense, resta l'apertura "ad una collaborazione" dopo il voto con Mario Monti "non per uno scambio di favori ma per firmare un patto per le riforme e per la ricostruzione del paese".
A 40 giorni dal voto, il quadro che emerge da quasi tutti i sondaggi lascia poco spazio al facile ottimismo. La risalita del Pdl, così come il nuovo accordo tra Pdl e Lega in Lombardia, insidia la vittoria con il premio di maggioranza al Senato nelle regioni in bilico. Il paradosso è che in Campania e in Sicilia ad erodere voti nel campo del centrosinistra, e a rendere la strada ancora più in salita, è la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che, grazie ai sindaci Luigi De Magistris e Leoluca Orlando, ha in queste regioni il vero bacino potenziale di elettori.
Orlando: “Pd propone accordo di desistenza” - Per questo negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti per cercare di disinnescare la lista di Ingroia al Senato. L'ultimo tentativo è stato fatto lunedì 14 gennaio da Dario Franceschini con il sindaco di Palermo. Ma i contenuti del confronto sono raccontati in modo diametralmente opposto: Orlando spiega che il Pd ha proposto "un accordo di desistenza" perché "molto preoccupato per la continua crescita della nostra lista 'Rivoluzione civile"'.
Il Pd: “Nessun negoziato” - Nessun negoziato con gli arancioni, smentiscono poco dopo sia il capogruppo Pd sia Enrico Letta, ma solo, spiega Franceschini, "una semplice constatazione aritmetica più che politica": la lista Ingroia in Lombardia, Sicilia e Campania rischia solo di far vincere il centrodestra e il nemico numero 1 Silvio Berlusconi. Fonti Pd spiegano che, più che una proposta di accordo, il Pd ha fatto "un atto unilaterale, un appello alla responsabilità” invitando al ritiro della lista al Senato almeno in Sicilia "dove - sostengono al Pd - neanche è detto che Ingroia raggiunga la soglia dell'8 per cento".
Bersani guarda a una collaborazione con Monti - Difficile che il movimento arancione desista proprio nelle regioni in cui è forte. E non solo perché Luigi De Magistris si dichiara "fermamente contrario". Le prove di accordo tra Pd e Ingroia sono fallite settimane fa ancora prima di cominciare e, come dice Enrico Letta, "c'è una distanza abissale" tra le posizioni. La linea del Pd, ribadita da Bersani nell'intervista con il quotidiano statunitense, resta l'apertura "ad una collaborazione" dopo il voto con Mario Monti "non per uno scambio di favori ma per firmare un patto per le riforme e per la ricostruzione del paese".