Albertini a SkyTG24: "Lega finanziata da Roma ladrona"

Politica

L'ex sindaco di Milano, che corre per la guida della Lombardia con una lista civica, attacca il Carroccio e l'avversario di centrosinistra Ambrosoli: "La sua campagna elettorale è pagata da Pd e Sel". E del sostegno dei montiani dice: "Ben venga"

"La nostra è una candidatura civica, l’appoggio dell’Udc, di Italia Futura e di altri fuoriusciti montiani del Pdl che vorranno appoggiarci sono graditi". Così Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia con la lista 'Lombardia Civica', commenta, ai microfoni di SkyTG24, il sostegno arrivatogli da parte del movimento formatosi attorno premier uscente Mario Monti.

Intanto però arrivano le prime scintille tra Gabriele Albertini e il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli, accusato dall’ex sindaco di essere "uomo di parte". "Il punto è questo - afferma Albertini -: chi paga la campagna elettorale di Ambrosoli? La pagano il Pd e Sel. Chi paga la mia campagna elettorale? Solo l'autofinanziamento. Seguendo il flusso del denaro, come dicono gli inquirenti, si capisce chi è il colpevole". E anche la Lega, ricorda Albertini, "è un partito che riceve finanziamenti da Roma ladrona". " Noi - continua- non possiamo prendere finanziamenti (pubblici, ndr) perché non siamo un partito organizzato. Testimonianza di ciò è che faremo una campagna elettorale con costi risicatissimi".

E ad Ambrosoli che ieri 3 gennaio ha affermato come "l' europarlamentare Albertini sia approdato" in Europa "con la tessera del Pdl", l'ex sindaco replica così: "Sono entrato nel Parlamento europeo da indipendente e ho fatto il sindaco da indipendente nel senso che in quei frangenti non ho mai preso una tessera di partito”.

Albertini torna anche sui suoi rapporti con Silvio Berlusconi, che in vista delle prossime elezioni gli ha chiesto di ritirare la sua candidatura in favore dell’alleanza Pdl-Lega, e che ha sostenuto che Albertini “pianse al telefono” nel chiedere di essere ricandidato a sindaco nel 1997. Fu Berlusconi, dice Albertini,  che "si impegnò anche in un'opera di convincimento commuovendosi perché gli stavo dicendo di 'no' per la quarta volta".

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