Il file PDF del documento programmatico del premier dimissionario, la firma del giuslavorista e la sua fuoriuscita dal Pd: dibattito e polemica anche sui social network. "Non c'è nessuno scandalo se il Professore condivide le mie idee" dice il senatore
Il documento programmatico presentato domenica 23 dicembre dal presidente del Consiglio dimissionario è finito infatti al centro di un piccolo caso. Tutto ha inizio dopo la pubblicazione online di "Un'agenda per un impegno comune", questo il titolo del programma di Monti. Subito dopo la conferenza stampa con cui l'ex premier si è detto pronto a guidare le forze che si riconosceranno nel suo programma, online sono comparse due diverse versioni dell'Agenda: la prima è stata pubblicata sul nuovo sito di Mario Monti www.agenda-monti.it, mentre la seconda su Corriere.it.
Il testo dei due documenti è identico, ma - come hanno messo in evidenza alcuni giornalisti e blogger (tra cui Paolo Ferrando e Massimo Mantellini) - se si clicca sulle proprietà dei file PDF vengono visualizzati i nomi di due diversi autori: sul primo quella di 'Nevio'; sul secondo quella di Pietro Ichino, giuslavorista e senatore del PD.
Ichino: "Nessun giallo" - A proposito della firma lasciata sul file PDF pubblicato da Corriere.it, Pietro Ichino tiene a precisare che "non c'è nessun mistero, né alcun giallo": si tratta di un suo contributo al programma di Mario Monti. "Tutto è stato fatto alla luce del sole. Molte delle tesi esposte nel 'manifesto' di Monti sono le stesse di un documento che presentato il 29 settembre scorso in un'assemblea pubblica e sottoscritto da diversi parlamentari del Pd. Per quel che riguarda il lavoro, ad esempio, il documento di Monti e il nostro, che si chiamava 'l'Agenda Monti al centro della prossima legislatura', sono praticamente sovrapponibili".
Il documento a cui fa riferimento Pietro Ichino è disponibile online ed è stato redatto insieme al senatore del PD Enrico Morando. "Che Mario Monti stesso abbia attinto, nel capitolo 'lavoro', alcune parti di quel memorandum - spiega Ichino sul suo blog - lo ha detto lui stesso pubblicamente e risulta anche dalle coincidenze testuali. Che infine, all’origine, il suo staff possa avere scaricato il documento dal mio sito, non sembra possa considerarsi materia per un giallo".
Ichino lascia il PD - Nei giorni scorsi Pietro Ichino aveva annunciato l'intenzione di voler rinunciare alla sua candidatura per le primarie nel PD, se il partito di Bersani non avesse sottoscritto il memorandum Monti. Nella giornata del 23 dicembre, è poi arrivata la conferma insieme all'annuncio di voler guidare una lista che sostiene Mario Monti in Lombardia, perché "la risposta negativa di Bersani al bellissimo discorso di Monti di ieri è per me decisiva". Il giuslavorista sottolinea che c'è bisogno di "una forza politica che ancori fortemente il Paese sul versante giusto dello spartiacque, quello di chi capisce che occorre dare la percezione di avere le carte in regola per rimettere in moto l'economia invece di continuare ad indebitarci per esempio chiedendo il rinvio del pareggio strutturale di bilancio".
#ScusatiPietro - La decisione del senatore di lasciare il Partito democratico e il caso del file PDF sono diventati spunti di dibattito e polemiche anche in Rete. Come dimostrano i Tweet di due dirigenti del Pd.
Senza polemiche, ma penso che elettori e volontari delle primarie meritino una spiegazione #scusatipietro #scusatiora repubblica.it/politica/2012/…
— orfini (@orfini) Dicembre 24, 2012
L'Agenda Monti ha ottenuto un primo risultato, Ichino se l'ha scritta se n'è pure andato #riMario
— Enrico Rossi (@rossipresidente) Dicembre 24, 2012
Intanto su Twitter decine di utenti (tra cui molti simpatizzanti del PD) si rivolgono al giuslavorista con l'hashtag #ScusatiPietro. "Che un senatore del PD scriva un documento programmatico in competizione con il suo partito è perlomeno imbarazzante" scrive un utente. Un altro ribatte: "Come elettore del Pd e delle primarie, per Natale, vorrei ricevere le scuse di Ichino (vanno bene anche in pdf)". In tutto ciò c'è anche chi ci scherza su: "Nei primi 100 giorni urge un decreto "Salva PDF". Il problema, semmai, é chi lo firma". Risponde, sempre con 140 caratteri, l'editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito: "Ehi, voi trinariciuti che scambiate la circolazione delle idee per tradimento. Lo sapete che cosa è la società aperta? #Ichino"