Digiuno totale per il leader radicale che chiede l'amnistia e il diritto di voto per i detenuti. Dal 15 dicembre è ricoverato in ospedale. I medici: "Corre gravi rischi"
Una battaglia estrema quella dell'ultraottantenne Marco Pannella giunto, per la prima volta, al settimo giorno di digiuno totale (fame e sete) nella sua battaglia per l'amnistia e il diritto di voto dei detenuti.
Il leader radicale, che il 15 dicembre ha accettato il ricovero in una struttura ospedaliera corre gravi rischi come ha confermato il bollettino emesso dal collegio dei medici che lo hanno in cura.
Ma nonostante l'allarme ripetuto dei sanitari Pannella continua ad andare avanti nella sua iniziativa nonviolenta nell'attesa - come ha riferito Rita Bernardini - che dalle istituzioni giunga questa volta qualche elemento concreto. E sempre la parlamentare radicale eletta nelle fila del Pd si è fatta portavoce delle preoccupazioni dei medici: se non interrompe il digiuno totale, Pannella ha davanti a sé solo poche ore (di vita).
E' quanto mai urgente, quindi una immediata reidratazione: "Persistendo il rifiuto ad ottemperare alla prescrizione della idratazione, si conferma ovviamente l'elevato grado di rischio di compromissione della funzionalità renale e di complicanze cardio-circolatorie e si ribadisce il pressante consiglio quantomeno a consentire l'inizio di una terapia reidratante per via endovenosa", ha scritto nel bollettino medico il Prof. Claudio Santini.
Il leader radicale, che il 15 dicembre ha accettato il ricovero in una struttura ospedaliera corre gravi rischi come ha confermato il bollettino emesso dal collegio dei medici che lo hanno in cura.
Ma nonostante l'allarme ripetuto dei sanitari Pannella continua ad andare avanti nella sua iniziativa nonviolenta nell'attesa - come ha riferito Rita Bernardini - che dalle istituzioni giunga questa volta qualche elemento concreto. E sempre la parlamentare radicale eletta nelle fila del Pd si è fatta portavoce delle preoccupazioni dei medici: se non interrompe il digiuno totale, Pannella ha davanti a sé solo poche ore (di vita).
E' quanto mai urgente, quindi una immediata reidratazione: "Persistendo il rifiuto ad ottemperare alla prescrizione della idratazione, si conferma ovviamente l'elevato grado di rischio di compromissione della funzionalità renale e di complicanze cardio-circolatorie e si ribadisce il pressante consiglio quantomeno a consentire l'inizio di una terapia reidratante per via endovenosa", ha scritto nel bollettino medico il Prof. Claudio Santini.