De Magistris e il Movimento arancione: "No ai riciclati"

Politica

Il sindaco di Napoli presenta a Roma la nuova formazione politica e spiega: "Non mi candiderò, resterò a fare il mio lavoro nel capoluogo". Il pm Ingroia: "Sarò nella partita". Critiche al presidente della Repubblica

Luigi De Magistris lancia a Roma il Movimento Arancione, incassa l'appoggio di Antonio Ingroia e attacca Antonio Di Pietro e Giorgio Napolitano.
E' accaduto alla convention promossa dal gruppo politico che fa capo al sindaco di Napoli.
Il teatro romano che ha ospitato la manifestazione ha registrato la presenza di alcuni leader della sinistra: Paolo Ferrero di Prc, Angelo Bonelli dei Verdi, Oliviero Diliberto del Pdci. Nessuno ha voluto prendere però impegni precisi circa l'adesione ad un'eventuale lista arancione.
Lo stesso De Magistris ha chiarito che non si candiderà comunque perché preferisce proseguire il lavoro di primo cittadino del capoluogo campano.

La telefonata di Ingroia - Il clou della giornata è stata la telefonata di Ingroia dal Guatemala. Un duro attacco a Silvio Berlusconi, accusato di aver portato il Paese sull'orlo del baratro, non solo economico ama anche politico e culturale; piena adesione morale alle battaglie del Movimento arancione ("sarò nella partita"), anche se non ha fatto alcun accenno ad una sua eventuale candidatura alle politiche.
Antonio Di Pietro ha partecipato per circa mezz'ora all'iniziativa lasciando il teatro dopo aver risposto ad alcune domande dei giornalisti.
Aderirà anche lui alla lista arancione? Secondo le risposte dell'ex pm appare escluso: "Idv ha il suo simbolo, una sua fisionomia, un suo impegno politico che vuole continuare a mantenere".
L'Italia dei Valori sta comunque lavorando "per costruire una lista unitaria che si rivolga a Bersani per costringerlo a non 'sbracare' verso quelli che si definiscono moderati e che non sono altro che inciucisti".

Critiche a Napolitano - E' evidente il riferimento alla possibile alleanza del Pd con Pier Ferdinando Casini. Il rapporto di Di Pietro con De Magistris è stato piuttosto freddo.
Lo stesso sindaco di Napoli, conversando con i giornalisti, ha indicato proprio il suo nome quando ha detto che bisogna farla finita con i partiti personali.
Un altro attacco De Magistris lo ha rivolto al presidente della Repubblica per dare ragione a Ingroia: "Mi schiero con Ingroia e non con chi ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale per evitare che si faccia luce sulle trattative Stato-Mafia. Se non si farà chiarezza sulla stagione delle stragi dei primi anni Novanta l'Italia non potrà ripartire".

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