Il Cavaliere non conferma le voci sulla sua fuoriuscita dal Pdl per rifondare Forza Italia, ma ribadisce l'intenzione di fare la "rivoluzione liberale". Sulle primarie di centrodestra: "Deciderà l'ufficio di presidenza". Apprezzamenti per Matteo Renzi
Silvio Berlusconi non conferma quanto scritto da molti quotidiani, l'intenzione cioè di lasciare il Pdl per rifare Forza Italia, ma ribadisce comunque alla trasmissione Mattino5 la sua intenzione di "cambiare tutto" per realizzare una rivoluzione liberale dopo l'esperienza del governo Mario Monti.
"Primarie, prova di democrazia" - L'ex premier ha poi definito le primarie del centrosinistra "una prova di democrazia" mostrando apprezzamento per lo sfidante Matteo Renzi con il quale l'Italia potrebbe avere "un partito socialdemocratico" sul modello degli altri Paesi europei. Spiega che per ora il processo delle primarie del centrodestra va avanti ma sarà l'ufficio di presidenza del Pdl a decidere come proseguire, anche alla luce dell'esito delle primarie del centrosinistra per le quali il 2 dicembre si andrà al ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e il sindaco di Firenze. Berlusconi spariglia dunque di nuovo le carte e mette in difficoltà il segretario del Pdl Angelino Alfano e il suo tentativo di fare la primarie il 16 dicembre per scegliere un nuovo candidato premier di centrodestra. "Serve cambiare tutto, dobbiamo davvero aprire gli occhi su quello che è successo in Italia a partire dalle dimissioni imposte [al mio governo] lo scorso anno", ha risposo Berlusconi alla domanda se rifonderà Forza Italia.
Questione primarie lasciata all'ufficio di presidenza - "E' giusto, per chi ha avuto l'onore di guidare il governo italiano per quasi dieci anni, riflettere sulla ricetta, il modo per organizzare l'Italia e fare quella rivoluzione liberale promessa, anche da me", ha aggiunto l'ex premier ritenendo di non avere colpa per non essere riuscito a fare le riforme promesse poiché sono le regole della Costituzione da cambiare. Al giornalista che insisteva per sapere quali siano le sue intenzioni in vista del voto di marzo, Berlusconi si è limitato ad aggiungere: "Noi stiamo valutando con grande senso di responsabilità la situazione. Le primarie stanno andando avanti, la domanda [sul futuro] è da rivolgere alle istituzioni del Pdl, cioè all'ufficio di presidenza che deciderà anche alla luce dell'esito delle primarie del centrosinistra".
L'intenzione di ricreare Forza Italia - Secondo alcuni quotidiani tra i quali il Giornale, della famiglia Berlusconi, l'ex premier si dimetterà questa settimana dalla presidenza del Pdl e annuncerà la rinascita di Forza Italia. Sarebbe lo stesso Cavaliere a guidare alle prossime elezioni di primavera la nuova lista composta da pochi fidati politici ed esponenti della società civile e del mondo imprenditoriale.
No al Monti bis - Berlusconi già nelle scorse settimane era apparso scettico sulla opportunità delle primarie ma poi sembrava aver prevalso la linea del segretario. Nel corso della telefonata con Maurizio Belpietro nella mattinata di lunedì 26 novembre, il Cavaliere si dice poi d'accordo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sul futuro di Monti. "Io credo che l'osservazione fatta dal capo dello Stato sia pertinente. Monti è stato fatto senatore a vita, questa sua posizione lo pone fuori dal contrasto politico. [Un suo eventuale coinvolgimento] avverrà in un altro modo, come ha suggerito il Capo dello Stato. Se Monti riterrà di poter essere utile al Paese e sarà sostenuto dai partiti ci si potrà rivolgere a lui" dopo il voto. Poi il consueto attacco alle misure di austerity. "L'accondiscendenza alla linea della Merkel ha portato il Paese in una spirale recessiva, questo va detto con grande chiarezza agli elettori perché il rigore non si può applicare a una economia in crisi se si vogliono far ripartire i consumi".
Apprezzamenti per Renzi - Berlusconi ha mostrato apprezzamento per Renzi che "ha idee che non sono le stesse del Pci-Pds-Pd. Con Renzi anche l'Italia potrebbe avere un partito socialdemocratico" di stampo europeo. "E' stata una prova di democrazia, siamo tutti curiosi di vedere come andrà a finire". Nella notte Berlusconi aveva detto di "tifare" per Renzi che, con nove punti circa di stacco, sfiderà il 2 dicembre Bersani al ballottaggio. Il sindaco di Firenze, dal canto suo, ha previsto che nel caso di una sua vittoria Berlusconi non si presenterebbe più come candidato premier.
"Primarie, prova di democrazia" - L'ex premier ha poi definito le primarie del centrosinistra "una prova di democrazia" mostrando apprezzamento per lo sfidante Matteo Renzi con il quale l'Italia potrebbe avere "un partito socialdemocratico" sul modello degli altri Paesi europei. Spiega che per ora il processo delle primarie del centrodestra va avanti ma sarà l'ufficio di presidenza del Pdl a decidere come proseguire, anche alla luce dell'esito delle primarie del centrosinistra per le quali il 2 dicembre si andrà al ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e il sindaco di Firenze. Berlusconi spariglia dunque di nuovo le carte e mette in difficoltà il segretario del Pdl Angelino Alfano e il suo tentativo di fare la primarie il 16 dicembre per scegliere un nuovo candidato premier di centrodestra. "Serve cambiare tutto, dobbiamo davvero aprire gli occhi su quello che è successo in Italia a partire dalle dimissioni imposte [al mio governo] lo scorso anno", ha risposo Berlusconi alla domanda se rifonderà Forza Italia.
Questione primarie lasciata all'ufficio di presidenza - "E' giusto, per chi ha avuto l'onore di guidare il governo italiano per quasi dieci anni, riflettere sulla ricetta, il modo per organizzare l'Italia e fare quella rivoluzione liberale promessa, anche da me", ha aggiunto l'ex premier ritenendo di non avere colpa per non essere riuscito a fare le riforme promesse poiché sono le regole della Costituzione da cambiare. Al giornalista che insisteva per sapere quali siano le sue intenzioni in vista del voto di marzo, Berlusconi si è limitato ad aggiungere: "Noi stiamo valutando con grande senso di responsabilità la situazione. Le primarie stanno andando avanti, la domanda [sul futuro] è da rivolgere alle istituzioni del Pdl, cioè all'ufficio di presidenza che deciderà anche alla luce dell'esito delle primarie del centrosinistra".
L'intenzione di ricreare Forza Italia - Secondo alcuni quotidiani tra i quali il Giornale, della famiglia Berlusconi, l'ex premier si dimetterà questa settimana dalla presidenza del Pdl e annuncerà la rinascita di Forza Italia. Sarebbe lo stesso Cavaliere a guidare alle prossime elezioni di primavera la nuova lista composta da pochi fidati politici ed esponenti della società civile e del mondo imprenditoriale.
No al Monti bis - Berlusconi già nelle scorse settimane era apparso scettico sulla opportunità delle primarie ma poi sembrava aver prevalso la linea del segretario. Nel corso della telefonata con Maurizio Belpietro nella mattinata di lunedì 26 novembre, il Cavaliere si dice poi d'accordo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sul futuro di Monti. "Io credo che l'osservazione fatta dal capo dello Stato sia pertinente. Monti è stato fatto senatore a vita, questa sua posizione lo pone fuori dal contrasto politico. [Un suo eventuale coinvolgimento] avverrà in un altro modo, come ha suggerito il Capo dello Stato. Se Monti riterrà di poter essere utile al Paese e sarà sostenuto dai partiti ci si potrà rivolgere a lui" dopo il voto. Poi il consueto attacco alle misure di austerity. "L'accondiscendenza alla linea della Merkel ha portato il Paese in una spirale recessiva, questo va detto con grande chiarezza agli elettori perché il rigore non si può applicare a una economia in crisi se si vogliono far ripartire i consumi".
Apprezzamenti per Renzi - Berlusconi ha mostrato apprezzamento per Renzi che "ha idee che non sono le stesse del Pci-Pds-Pd. Con Renzi anche l'Italia potrebbe avere un partito socialdemocratico" di stampo europeo. "E' stata una prova di democrazia, siamo tutti curiosi di vedere come andrà a finire". Nella notte Berlusconi aveva detto di "tifare" per Renzi che, con nove punti circa di stacco, sfiderà il 2 dicembre Bersani al ballottaggio. Il sindaco di Firenze, dal canto suo, ha previsto che nel caso di una sua vittoria Berlusconi non si presenterebbe più come candidato premier.