Renzi: "Alle primarie si confrontano due modelli di futuro"

Politica

Il sindaco di Firenze apre l'ultima settimana di campagna elettorale per la consultazione del centrosinistra: "Se guardo i sondaggi dico che è una partita che si gioca sul filo dei voti". Appello al voto di Bersani

L'ultima settimana della campagna per le primarie del centrosinistra viene aperta da Matteo Renzi che, dal palco della Leopolda a Firenze, lancia il suo appello al voto: "Alle elezioni primarie non ci sono a confronto due caratteri, due tradizioni, due curricula. Ci sono invece a confronto due modelli di futuro: un modello di futuro basato sulla sicurezza, la serenità, l'usato sicuro; dall'altro un modello di consapevolezza che o riscopriamo la politica come sfida, come opportunità, come piacere o l'Italia non ha un destino, un futuro".
Nello stesso giorno Pier Luigi Bersani è a Bari per la giornata di mobilitazione "Finalmente Sud day". E lancia un appello al voto. "Facciamole per bene queste primarie non facciamo mica le primarie per pettinare le bambole", dice. "Stiamo facendo una cosa meravigliosa". La formazione dei giovani del Pd "è il più grosso investimento che ha fatto il nostro partito nel momento in cui abbiamo voluto che si dimezzasse il finanziamento ai partiti in un momento di crisi economica", afferma ribattendo così a distanza alle tesi renziane contro il finanziamento pubblico dei partiti e a favore del ricambio generazionale.
Intanto, a margine di un incontro elettorale a Cesena, il leader di Sel Nichi Vendola non manca di pungere Renzi: "Gioca tantissimo con le bolle mediatiche, è stato costruito mediaticamente". E assicura: alle prossime primarie "mi vedo assolutamente vincente: io le ho sempre perse nei sondaggi e le ho sempre vinte nelle urne".

Renzi: "Un quarto d'ora per cambiare l'Italia" - Nel corso del suo intervento il sindaco di Firenze, rivolgendosi direttamente all'ipotetico elettore delle primarie, dice: "Votare è facile. Ci sarà da perdere un quarto d'ora di tempo, ma meglio perdere un quarto d'ora per votare che 5 anni". "Siccome se vinciamo noi - aggiunge - dopo dobbiamo cambiare il Paese, ti chiediamo una mano, un quarto d'ora di fila e se vinciamo l'Italia non sarà più quella di prima". "Se non vai a votare e non ci dai una mano - conclude - non hai sbagliato tu, abbiamo sbagliato noi".

Renzi: "Stop alle lamentele sulle regole, partita sul filo dei voti" - Per quanto riguarda invece il regolamento, al centro di diverse polemiche con il Pd, Renzi getta acqua sul fuoco. "Smettiamo di lamentarci delle regole" dice, aggiungendo che "noi possiamo vincere con le regole che loro hanno cambiato". Secondo il sindaco di Firenze "per ciascuno di noi che si lamenta delle regole ci sono cinque persone che hanno paura ad andare a votare".  Renzi rivendica poi il merito di aver spinto a fare le primarie. "Oggi il Pd è sopra il 30%: andate a cercare quelli che ci dicevano che le primarie ci avrebbero distrutto" ha affermato alla Leopolda il sindaco di Firenze. Sull'esito del voto Renzi sostiene "se guardo i sondaggi di oggi, dico che è una partita che ci giochiamo sul filo dei voti". In ogni caso, ribadisce, "se perdiamo non accetterò nessun premio di consolazione, perché non voglio diventare mai come loro". Su eventuali future alleanze, poi, Renzi ha spiegato che "non ci sarà nessun partitino, che si chiami Mastella o Diliberto", che possa rompere "il patto che noi vogliamo fare con i cittadini".

Polemica sui fondi del sindaco - L'ultima polemica delle primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra scoppia sui fondi del sindaco. A lanciare il sasso è Ugo Sposetti: "Finora Renzi ha speso 2 milioni e 800 mila euro", dice al programma 'La Zanzara'. Pronta la risposta dei renziani: "Dall'indimenticato tesoriere dei ds cifre inverosimili", dice l'avvocato Alberto Bianchi. "Quanto alla Leopolda - aggiunge - il costo si aggirerà sui centomila euro". E la portavoce di Renzi, Simona Bonafe': "Perché Sposetti non ci dice quant'è costata 'Finalmente Sud', quanti alberghi e biglietti dei treni hanno acquistato per riempire la sala a Bari".


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