Il Senato approva, con voto segreto, un emendamento della Lega Nord che prevede la reclusione fino a un anno in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa. Schifani sospende la seduta. Il Pd: “Si vuole affossare il disegno di legge”
A sorpresa, rispunta il carcere per i giornalisti. Nella discussione sul disegno di legge contro la diffamazione in corso al Senato, è stato approvato con voto segreto un emendamento presentato dalla Lega Nord che ripristina il carcere per chi diffama. 131 i sì, 94 i no e 20 gli astenuti. Ad appoggiare la richiesta di voto segreto erano stati 55 senatori.
L'emendamento prevede la reclusione fino a un anno in alternativa a multe da 5mila a 50mila euro, in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa. La proposta vuole così modificare la legge sulla stampa in vigore dal '48 e che ad oggi, per la diffamazione a mezzo stampa commessa con l'attribuzione di un fatto determinato, prevede la pena della reclusione da uno a sei anni e una multa.
Schifani sospende la seduta - Dopo il voto di questo emendamento il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sospeso la seduta, su richiesta del vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda con l'accordo di Luigi Li Gotti (Idv) e Giampiero D'Alia (Udc) "per riflettere e fare il punto" sul provvedimento.
Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri ha concordato con l'idea di sospendere i lavori, mentre la Lega avrebbe voluto continuare l'esame del testo. Schifani ha convocato per mercoledì 14 novembre la Conferenza dei Capigruppo per decidere il da farsi.
Latorre (Pd): “Si vuole affossare ddl” - "Con questo voto si vuole chiaramente affossare il disegno di legge sulla diffamazione", ha detto Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato. "Si è vanificato il tentativo di adottare un provvedimento che garantisse allo stesso tempo il diritto all'informazione e la tutela dei cittadini". "Si stava cercando - osserva Latorre - un equilibrio che viene completamente compromesso con la reintroduzione del carcere per i giornalisti. Il gruppo del Pd con le sue 86 presenze ha votato compatto contro l'emendamento Lega-Api. A questo punto si impone che il provvedimento venga ritirato e si torni a valutare una nuova e opportuna iniziativa".
Rizzi (Lega): “Spunto d’orgoglio dal Senato” - "Sul decreto sulla diffamazione a mezzo stampa, il cosiddetto decreto 'salva Sallusti', l'Aula del Senato, finalmente con uno spunto d'orgoglio, vota con ampia maggioranza un emendamento della Lega che reintroduce la galera per i diffamatori abituali, contro il parere di relatore e governo". Lo dichiara il senatore della Lega Fabio Rizzi che aggiunge: "E' il primo atto di responsabilità di un Parlamento finora prostrato ai voleri di questo governo golpista, che deve prenderne atto ed autosospendersi, per il bene della nazione, andare a casa e smetterla di fare danni".
L'emendamento prevede la reclusione fino a un anno in alternativa a multe da 5mila a 50mila euro, in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa. La proposta vuole così modificare la legge sulla stampa in vigore dal '48 e che ad oggi, per la diffamazione a mezzo stampa commessa con l'attribuzione di un fatto determinato, prevede la pena della reclusione da uno a sei anni e una multa.
Schifani sospende la seduta - Dopo il voto di questo emendamento il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sospeso la seduta, su richiesta del vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda con l'accordo di Luigi Li Gotti (Idv) e Giampiero D'Alia (Udc) "per riflettere e fare il punto" sul provvedimento.
Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri ha concordato con l'idea di sospendere i lavori, mentre la Lega avrebbe voluto continuare l'esame del testo. Schifani ha convocato per mercoledì 14 novembre la Conferenza dei Capigruppo per decidere il da farsi.
Latorre (Pd): “Si vuole affossare ddl” - "Con questo voto si vuole chiaramente affossare il disegno di legge sulla diffamazione", ha detto Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato. "Si è vanificato il tentativo di adottare un provvedimento che garantisse allo stesso tempo il diritto all'informazione e la tutela dei cittadini". "Si stava cercando - osserva Latorre - un equilibrio che viene completamente compromesso con la reintroduzione del carcere per i giornalisti. Il gruppo del Pd con le sue 86 presenze ha votato compatto contro l'emendamento Lega-Api. A questo punto si impone che il provvedimento venga ritirato e si torni a valutare una nuova e opportuna iniziativa".
Rizzi (Lega): “Spunto d’orgoglio dal Senato” - "Sul decreto sulla diffamazione a mezzo stampa, il cosiddetto decreto 'salva Sallusti', l'Aula del Senato, finalmente con uno spunto d'orgoglio, vota con ampia maggioranza un emendamento della Lega che reintroduce la galera per i diffamatori abituali, contro il parere di relatore e governo". Lo dichiara il senatore della Lega Fabio Rizzi che aggiunge: "E' il primo atto di responsabilità di un Parlamento finora prostrato ai voleri di questo governo golpista, che deve prenderne atto ed autosospendersi, per il bene della nazione, andare a casa e smetterla di fare danni".