Berlusconi chiede scusa: "Non ce l'ho fatta contro la crisi"

Politica

"Abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent'anni" dice l'ex premier nel libro di Bruno Vespa. E' tentato di non ricandidarsi in Parlamento, ma tanti insistono perché lo faccia. Infine elogia Alfano

Chiede scusa agli italiani, conferma di aver pensato di lasciare il Parlamento, sostiene Alfano ("E' il segretario di tutti") e lancia un appello ai moderati ("Senza di me sarà più facile ricompattare gli elettori dell'area moderata dentro una sola coalizione). Silvio Berlusconi, dalle pagine del libro di Bruno Vespa Il Palazzo e la Piazza, in uscita l'8 novembre da Mondadori Rai Eri, fotografa l'attuale crisi economica e la situazione del Pdl in vista delle primarie (tutti i video) e delle elezioni politiche della prossima primavera.

Berlusconi chiede scusa agli italiani - "Pensavo di chiedere scusa agli italiani perché non ce l'ho fatta - dice Berlusconi dalle pagine del libro scritto dal giornalista - La crisi ha cancellato i nostri sforzi, anche se noi abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent'anni". E ancora: "Abbiamo garantito la pace sociale negli anni più  duri della crisi. Abbiamo impiegato 38 miliardi in ammortizzatori sociali. Abbiamo tagliato le spese ai ministeri con la prima vera spending review e attuato il più grande stanziamento sulla cassa integrazione della storia italiana." 

"Alfano è il segretario di tutti"-
Alla domanda "è vero che lei ha pensato anche di non entrare in Parlamento?", l'ex premier ammette: "Sì, è vero anche se sto ricevendo pressioni da tutti i miei di restare in campo come padre fondatore del movimento". Poi, lancia la premiership di Angelino Alfano. "E' il nostro segretario a pieno titolo e con il sostegno di tutti" e sarà in grado di "prendere gli accordi con le altre componenti del centrodestra. Se metteranno giudizio". Alfano, aggiunge, "è il miglior protagonista  oggi in circolazione, il miglior 'fico del bigoncio', come si usa dire". Il migliore, dice, "non soltanto per le sue doti di intelligenza, ma anche per la sua correttezza e lealtà".

"Senza di me più facile riunire i moderati" - E a proposito del passo indietro annunciato prima con una lettera e successivamente con un messaggio video, spiega: "Una delle motivazioni che mi hanno indotto a rinunciare a una nuova candidatura a palazzo Chigi è  perché alcuni leader del centrodestra sono afflitti da un vero complesso nei miei confronti". Così, "senza di me sarà più facile ricompattare tutti gli elettori dell'area moderata dentro una sola coalizione. Questo è l'unico modo per battere la sinistra, che dal 1948 a oggi rappresenta la minoranza degli italiani rispetto alla maggioranza dei moderati". Infine, si dice sicuro che il movimento di Montemolo "faccia parte del centrodestra" e lancia un appello al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Non può tradire una tradizione di alternativa alla sinistra, che risale appunto alla vittoria dei democristiani e dei partiti moderati del '48".

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