Monti apre al bis: "Se chiamato potrei tornare"

Politica

Il premier non esclude la possibilità di poter guidare un nuovo governo dopo le elezioni: "In circostanze speciali e se mi verrà chiesto, prenderei in considerazione un secondo mandato. Ma non ho un piano". Bersani: "Basta con le eccezioni"

"Se ci dovessero essere circostanze speciali, che mi auguro non ci siano, e se mi verrà chiesto, prenderò in considerazione la proposta". La frase di Mario Monti arriva da New York, giovedì 27, nel pieno pomeriggio in Italia  e cambia gli scenari della politica. Per la prima volta in maniera così netta, il premier risponde ad una domanda sul suo futuro e apre alla possibilità di guidare di nuovo il governo dopo le elezioni della prossima privavera. Poche ore più tardi precisa: "Voglio che le forze politiche sappiano che non ho alcun piano politico per il futuro, ma voglio che sappiano e che il mercato sappia che sarò lì se ce ne sarà bisogno". Ma le sue esternazioni scatenano le reazioni dei principali partiti, trovando entusiasti i centristi di Casini, freddi Bersani e il Pdl (che dicono "basta con le eccezioni") e scatenando la protesta delle opposizioni.

Monti: "Non ho bisogno di candidarmi" -
La premessa, ribadita più volte in queste settimane da Monti, era stata affidata in mattinata ad una intervista televisiva. Il premier aveva ripetuto che "io e l'intero governo ci dovremo dimettere quando si terranno le elezioni, probabilmente il prossimo aprile". E dopo toccherà di nuovo alla politica, aveva ripetuto, aggiungendo di non avere comunque necessità di candidarsi visto il suo incarico di senatore a vita. E poco dopo, intervenendo al Council of Foreign Relations, ripete di sperare che dalle urne "emerga un risultato chiaro con la possibilità di formare un governo guidato dai leader di questa maggioranza. Ma se si pensasse che potrei essere d'aiuto io ci sarò, lo considererò. Non ho preclusioni".
Le domande vertono sulla politica italiana e sulla campagna elettorale e Monti non si risparmia: Berlusconi di nuovo in campo? "Trovo assolutamente normale che Berlusconi, leader di un grande partito come il Pdl, si ricandidi - ribadisce - non è che in questi mesi se ne sia andato su un'isola deserta. Fu Berlusconi in un certo senso a 'scoprirmi' nel 1994 nominandomi Commissario Ue".

Le reazioni -
Ma le parole del premier accendono il dibattito e scatenano la reazione delle opposizioni, Lega in testa: "Monti in questo momento si trova a svolgere il ruolo di commissario del Paese e attraverso l'azione sua e del suo governo sta creando quelle 'circostanze particolari' da lui indicate per poter giustificare la sua discesa in campo", dice Roberto Calderoli. E per l'Idv Felice Belisario, "la disponibilità di Monti ad un secondo mandato è un'ipotesi inquietante che va rispedita al mittente". Ma anche le forze che sostengono il governo, salvo l'Udc, con Pier Ferdinando Casini che ripete che l'Italia "ha bisogno di richiamare Monti in servizio permanente effettivo" e chiede a Pd e Pdl di andare a votare con un documento in cui le tre forze che sostengono l'esecutivo devono dare "un'indicazione specifica" sulla conferma del Professore a Palazzo Chigi, sia dal Nazareno che da via dell'Umiltà il segnale è di freddezza. "Perché votare? La spending review taglia anche la democrazia oltre ai suoi costi e Monti rimane a vita a Palazzo Chigi...", ironizza Stefano Fassina. E Bersani consegna di nuovo ai suoi il messaggio che va ripetendo da giorni: basta con l'eccezionalità, l'esperimento Monti si deve chiudere nel 2013. "Ci devono ancora essere le elezioni - frena Silvio Berlusconi - non sappiamo nemmeno con quale legge si vota".

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