Primarie, polemica nel Pd su Vendola

Politica
Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani in una foto d'archivio

In una lettera a Bersani, 30 parlamentari democratici, capitanati da Fioroni, avanzano la richiesta di programmi e candidati "compatibili". Il segretario assicura: "In caso di dissensi si deciderà a maggioranza". E sul leader di Sel: "Spero si candidi"

Tensione all’interno del Pd sulla eventuale alleanza con Nichi Vendola e sul futuro della coalizione di centrosinistra. In una lettera aperta di 30  parlamentari democratici al segretario Pd Pier Luigi Bersani si pone in evidenza infatti il tema delle primarie, e la richiesta di  programmi e candidati 'compatibili, con riferimento in particolare a una presunta distanza tra Vendola e il Pd sul tema della riforma del lavoro.

"Caro Segretario, siamo convinti che le primarie rappresentino uno strumento di democrazia - scrivono gli esponenti del Pd, tra cui Giuseppe Fioroni, Luigi Bobba e Daniele Bosone - ma non possono inglobare tutto e il contrario di tutto. Per questo occorre che i candidati del Pd si presentino con un programma di governo che rispecchi le soluzioni definite da un lungo lavoro che ha coinvolto iscritti, militanti e simpatizzanti del Pd e approvato all'unanimità".

"Non siamo in presenza di un congresso del partito ma del  progetto di Italia che il nostro governo dovrà realizzare. Quindi - sottolineano i parlamentari - non possiamo trasmettere  all'esterno differenze sostanziali e confliggenti su elementi cardini del progetto. L'opinione pubblica ne ricaverebbe l'immagine di un Pd dilaniato e diviso su come governare il paese. Tutto questo arrecherebbe grave danno alla nostra affidabilità, credibilità e autorevolezza".

"Essendo primarie di coalizione - si legge ancora nella lettera -  riteniamo che i partecipanti delle altre forze politiche debbano presentare un programma compatibile e integrabile con il nostro". "Iniziative come quella referendaria abrogativa per leggi che possono essere sicuramente migliorate, ma la cui abrogazione recherebbe nocumento al paese - continuano, in riferimento alla riforma del mercato del lavoro del ministro Fornero - non sono di certo compatibili. Pertanto, siamo a chiederti anche che la Carta d'Intenti che dovrà essere sottoscritta dagli altri soggetti eviti tutto questo".

In risposta alla missiva, il segretatio 'rassicura' Beppe Fioroni e gli altri firmatari spiegando che i futuri alleati dovranno firmare un accordo nel quale si sancisce che "in caso di dissensi tra gli alleati" si deciderà a maggioranza. "Noi abbiamo la nostra carta di intenti - spiega Bersani - che stiamo discutendo con tutti quelli che faranno questo contratto. Un contratto che fissa punti precisi di merito e di metodo. C’è il capitolo che si chiama responsabilità e che stabilisce che in caso di dissensi tra i contraenti, tra gli alleati, ci sia una cessione di  sovranità. I gruppi decidono e votano a maggioranza". Perché, prosegue Bersani, "l'azione di governo deve essere coerente. Al prossimo giro dobbiamo dare garanzie agli italiani che  facciamo sul serio. Noi non transigiamo sui meccanismi di  responsabilità perché le parole volano e i fatti restano".
Bersani ha comunque ribadito di augurarsi che anche il leader di Sel sia della partita: "Spero Vendola si candidi alle primarie. Deve essere un protagonista di questa vicenda".

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