Sanità, Balduzzi: "Via i ticket dal 2014"

Politica
Il ministro della Salute Renato Balduzzi

Il ministro della Salute propone di sostituire l'attuale sistema con un meccanismo legato al reddito. Crescono intanto le proteste di medici e industria farmaceutica contro le nuove norme sulle ricette

I ticket sui farmaci potrebbero essere sostituito nel 2014 da un meccanismo legato al reditto. E' la proposta del ministro della sanità Renato Balduzzi, secondo il quale andrebbe introdotta una franchigia fino al cui raggiungimento si paga in funzione del reddito e superata la quale il servizio sarebbe gratuito. Sarebbe anche l'unico modo per evitare i ticket previsti dal precedente governo per il 2014. Secondo Balduzzi il sistema attuale manca in materia di equità e trasparenza. Ci sarebbero inoltre problemi di omogeneità sul territorio.

Monta intanto la protesta di medici e industria farmaceutica contro la norma della spending review che obbliga a inserire solo il principio attivo nelle ricette e non il nome del farmaco. Il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, dice "basta con gli emendamenti estemporanei che creano solo un'enorme confusione sia per i medici sia per gli assistiti, mettendo a rischio la salute dei cittadini e che non hanno neanche utilità dal punto di vista del risparmio." Il rappresentato dei medici chiede poi un Tavolo per il riordino complessivo della materia prescrittiva che porti a un unico provvedimento, condiviso con le parti". Un attacco alla norma arriva anche dalla deputata Fli Chiara Moroni, secondo cui il provvedimento "uccide le aziende del settore e lascia i cittadini senza nessuno che li guidi nella scelta del farmaco più opportuno".

Favorevole all'emendamento si dice invece il farmacologo Silvio Garattini anche se lo definisce "un compromesso": con la sola indicazione del principio attivo, rileva, "si fa anche risparmiare il paziente che oggi paga la differenza tra il costo del medicinale equivalente e quello di marca. Non è accettabile che il paziente debba pagare la differenza, a meno che non sia lui stesso a volerlo. Lo Stato dovrebbe far sapere al cittadino attraverso campagne che i medicinali equivalenti non sono differenti dai griffati. Se i medici ritengono che ciò non sia vero - afferma - sulla base di prove e studi, dovrebbero chiederne il ritiro dal mercato".

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