Napolitano: verità su torbide ipotesi trattativa Stato-mafia

Politica

Il presidente della Repubblica invia un messaggio alla vedova di Borsellino, nell'anniversario della strage di via D'Amelio. "Nessuna giustificazione per ritardi nelle indagini". Monti ricorda il magistrato: "Il suo insegnamento è ancora vivo"

In occasione del ventesimo anniversario dell'attentato di via D'Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e la sua scorta, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un lungo messaggio per commemorare la figura del giudice. "Non c'è alcuna ragione di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità nella ricerca della verità, specie su torbide ipotesi di trattativa tra Stato e mafia", scrive il capo dello Stato. "E proprio a tal fine è importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione. Su ciò deve vegliare, tra gli altri, il Presidente della Repubblica, cui spetta presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura: e deve farlo con linearità, imparzialità, severità".

Napolitano ha riservato molti passaggi del suo messaggio alla vedova Borsellino, la signora Agnese. "Si sta lavorando, si deve lavorare senza sosta e senza remore per la rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D'Amelio". Il presidente della Repubblica ha puntato il dito contro "la falsa e distorta verità giudiziaria" denunciata dalla stessa moglie del giudice. "Quale secondo terribile dolore è stata per lei e per i suoi figli, signora Agnese, quella contraffazione della verità! E quale umiliazione è stata per tutti noi che rappresentiamo lo Stato democratico", dice Napolitano. "Si deve giungere alla definizione dell'autentica verità su quell'orribile crimine che costò la vita a un grande magistrato, protagonista con Giovanni Falcone di svolte decisive per la lotta contro la
mafia".

Sulla vicenda della trattativa Stato-mafia, che ha visto coinvolto Napolitano per le intercettazioni con l'ex ministro Mancino, si è espresso anche il procuratore di Palermo Francesco Messineo: "Non ci sono contrasti o non potrebbero essercene con la Presidenza della Repubblica. C'è una vicenda di carattere giuridico che avrà il suo luogo naturale deputato di esame e di soluzione presso la Corte Costituzionale. Tutti quanti stiamo serenamente in attesa di una parola decisiva su questo punto, alla quale ci atterremo scrupolosamente, e non credo sia il caso di enfatizzare oltremodo parlando di contrasti". La procura del capoluogo siciliano smentisce dunque il presunto conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale per le intercettazioni.

Intanto, nella giornata del ricordo per il ventennale della strage, anche il presidente del Consiglio Mario Monti ha espresso la sua vicinanza ai familiari delle vittime. In una lettera, fatta recapitare tramite il prefetto di Palermo, Monti ha scritto: "L'insegnamento di chi ha sacrificato la sua vita non appartiene al passato, ma è ancora vivo". Il premier, a nome del governo, ha manifestato "commossa partecipazione" nell'anniversario del "barbaro e crudele episodio".

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