Ferie dei deputati, è polemica sulle parole di Cicchitto

Politica

Dopo le frasi del capogruppo Pdl, che si era lamentato per il rischio che la Camera lavori tutto il mese di agosto per approvare 13 decreti, Fini avverte: "Se necessario sedute anche in notturna"

Dieci decreti già in calendario ed altri tre in arrivo da votare ad inizio agosto. In totale i provvedimenti del governo che quest'estate impegneranno i deputati sono ben 13.
Una vera e propria overdose. Che mette a rischio le ferie dei parlamentari ed "intasa", come afferma Fabrizio Cicchitto, il lavoro a Montecitorio. E non c'è modo per i deputati di tirarsi indietro: i decreti, infatti, rischiano di scadere a breve; la Camera dovrà perciò fare in fretta. Si tratta di una situazione mai verificatasi ("né con il governo Berlusconi, né con quello Prodi", tuona ancora Cicchitto) che spinge anche il presidente della Camera ad intervenire nel corso di una lunga riunione dei capigruppo sul calendario estivo delle attività a Montecitorio.
Fini garantisce che , "dato l'alto numero di decreti in scadenza, i lavori potranno continuare anche ad agosto" e, se necessario, "anche lunedì e venerdì, ed in notturna". Insomma, assicura un forte impegno dei deputati. Quella uscita dalla capigruppo vuole anche essere una risposta indiretta alle polemiche nate dopo la "battuta" scappata a Cicchitto secondo cui il governo farebbe bene a trovarsi un'altra maggioranza se "pensa di farci lavorare il 13 e 14 agosto".

Tredici provvedimenti in un mese sono molti. Un numero "inusitato che intasa la Camera" - attacca Cicchitto - ed impedisce ai partiti di presentare i loro disegni di legge "come quello sulle intercettazioni, rendendo il Parlamento subalterno al Governo". "Non c'è mai stata una concentrazione di decreti così forte per quantità e tempo", fa eco Dario Franceschini del Pd, assicurando che "senza tutte queste polemiche sulle vacanze, i deputati staranno qui per tutto il tempo che sarà necessario".
"Altro che vacanze! Per me si può rimanere alla Camera anche a ferragosto!", afferma Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. Anche Pier Luigi Bersani, segretario Pd, si fa sentire: "Stiamo passando il segno - dice - Queste cose mi preoccupano perché portano il Paese al disastro. Lavoreremo ad agosto finché c'è da lavorare. Ma c'è un limite a tutto. Abbiamo tutti una famiglia, che ha diritto di stare due giorni con il padre o con la madre".

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